L’Italia leader dell’industrializzazione dello spazio

L’Italia leader dell’industrializzazione dello spazio

Si è svolto come previsto a Fino Mornasco, il 4 dicembre 2017, il meeting precongressuale di Space Renaissance Italia. Iniziato alle 16.00 anziché alle 14.00, a causa di una panne dell’auto di Autino in autostrada (auto – autino – autostrada… J), il meeting ha visto svilupparsi una buona discussione sui temi del congresso nazionale di Space Renaissance Italia, che si svolgerà all’INAF di Bologna, il 18 e 19 maggio 2018. È previsto un secondo incontro a Gennaio, a Roma, incontro che sarà confermato non appena avremo la certezza della data.

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Decommissioning satellitare, officine orbitali, parla Luca Rossettini, da molti considerato l’Elon Musk italiano

Decommissioning satellitare, officine orbitali, parla Luca Rossettini, da molti considerato l’Elon Musk italiano

Luca Rossettini, dottorato di ricerca al Politecnico di Milano, certificate in business alla Santa Clara University Leavey School of Business, Silicon Valley. Poi torna in Italia e fonda D-ORBIT, una startup piuttosto particolare, per così dire, nel panorama italiano. Non si limita a cercare opportunità nel mercato delle agenzie spaziali, come fanno la maggior parte delle aziende aerospaziali. Da subito D ORBIT sviluppa una propria mission orginale, puntando ad un’area di mercato che ancora non esiste: gestire il fine vita dei satelliti.

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Blade Runner 2049, il futuro è fusion

Blade Runner 2049, il futuro è fusion

Se il mondo immaginato da Dick era l’enorme periferia di una sconfinata megalopoli, il mondo di BR 2049 è un’immensa discarica, un gigantesco immondezzaio di rottami ferrosi, inframmezzato da zone contaminate. Scontato, ma non obbligatorio, il carattere ultra-distopico del soggetto. Sappiamo che l’umanità si è espansa nello spazio, il fantomatico ”extramondo”, che non ci è mai dato di vedere, ma a volte è citato come luogo di delizie ed a volte come luogo dove si impara a conoscere il dolore che non si è mai davvero conosciuto. È chiaro che l’espansione della civiltà nello spazio non è considerata, dagli sceneggiatori, che un dettaglio del tutto ininfluente sul piano sociale. Infatti la civiltà non ha affatto cambiato verso: l’ecosistema terrestre è chiaramente collassato, ben oltre la catastrofe ambientale, e l’umanità non sembra certo navigare nell’oro. Anche i privilegiati iper-tecnocrati vivono in una specie di inferno terreno. Dick scrisse la sua fantascienza distopica negli anni ‘60 del secolo scorso, con grande anticipo su quello che poi sarebbe diventato un filone floridissimo, innestandosi sulle ideologie verdi teorizzatrici dell’uomo distruttore della natura. Ma, se non ci avesse lasciati nel 1982, Dick apprezzerebbe questa visione ultra-distopica, incurante di qualsiasi variante dello sviluppo civile?

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