La vera sostenibilità – Cos’è?

#SPACE18SDG NEWSLETTER – 19 maggio 2023
Adriano V. Autino

Questa settimana diamo inizio as un ciclo di newsletter (tentativamente) settimanali, ognuna delle quali svilupperà un aspetto della nostra proposta di un 18° Obiettivo di Sviluppo Sostenibile, da aggiungere all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile. L’alleanza per #Space18SDG cresce di giorno in giorno e attualmente è composta da 22 organizzazioni, tra le quali (insieme a Space Renaissance International) alcune delle più grandi e influenti organizzazioni di promozione dello spazio: la National Space Society, la Mars Society, la Lifeboat Foundation, la Space Tourism Society, il Beyond Earth Institute, lo Human Space Program (vedi elenco completo). In questo primo numero, Adriano V. Autino, fondatore di Space Renaissance International, discute brevemente il concetto di una vera sostenibilità.

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Il concetto popolare di sostenibilità, così come viene presentato nelle narrazioni che vanno per la maggiore, si concentra principalmente sulla sostenibilità ambientale. Dal punto di vista della cosiddetta “transizione verde”, molte politiche sono concepite in base a requisiti ambientali – principalmente legati alla mitigazione del cambiamento climatico e dell’inquinamento ambientale. Tralasciando la diatriba sulle cause del cambiamento climatico (se siano esse antropiche o meno), è necessario capire la reale qualità delle misure in atto e cosa sarà necessario fare per avere successo. Innanzitutto, la sostenibilità ambientale – per quanto importante – non dovrebbe essere l’unico criterio per concepire nuove politiche. Anche la sostenibilità sociale dovrebbe essere considerata, almeno allo stesso livello di priorità. La dicitura “Sviluppo sostenibile” è stata utilizzata per formalizzare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Questo titolo non poteva non fare riferimento allo “sviluppo”, dal momento che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (nel 1986) ha approvato una dichiarazione in cui il diritto allo sviluppo è stato riconosciuto come un diritto civile universale[1].

Lo sviluppo è essenziale per contribuire al raggiungimento di tutti gli obiettivi sociali. Senza una crescita economica, qualsiasi programma di sviluppo sostenibile non avrà successo. Nonostante questa evidente condizione, tutte le politiche di “transizione verde” si limitano a coniugare il concetto di sostenibilità come una “strategia di de-crescita”, ovvero ridurre le attività umane sulla Terra per diminuire la nostra impronta ecologica sul pianeta. Questa folle strategia non affronta gli inevitabili danni collaterali: la civiltà umana decadrebbe rapidamente e imploderebbe. Inoltre, qualsiasi riduzione dello sforzo scientifico e tecnologico non risolverebbe i problemi ambientali, ma li potrebbe soltanto aggravarsi.

In secondo luogo, le misure intraprese rispondono alle esigenze, anche solo dal punto di vista ambientale? Sicuramente no. Secondo la “dottrina verde”, dovremmo ridurre gli spostamenti e utilizzare maggiormente i mezzi elettronici per comunicare, lavorare, studiare, informarci e divertirci. Eppure, la “società del web” richiede più energia elettrica, non di meno. Anche la “mobilità elettrica” aumenterà esponenzialmente la richiesta di energia. I componenti elettronici — incorporati in ogni artefatto, dalle automobili a qualsiasi dispositivo “intelligente” — richiedono enormi quantità di materie prime rare, comprese le cosiddette “terre rare”. E queste sostituiranno il petrolio, come catalizzatore di nuove “guerre delle risorse”. Lo smaltimento delle batterie esauste delle auto e di altri rifiuti tecnologici costituirà un altro grande problema, aumentando l’inquinamento ambientale. Il punto principale è che qualsiasi sviluppo industriale, se limitato ai confini della Terra, inevitabilmente aggraverà i problemi ambientali esistenti (e forse ne avvierà di nuovi!).

Naturalmente, anche altre considerazioni dovrebbero essere presenti, quando i nostri “apprendisti stregoni” iniziano a giocare con i comportamenti antropologici dell’uomo (ad esempio a proposito del “rimanere a casa”). Durante le fasi più acute della pandemia del Covid19 , abbiamo visto quanto il confinamento sociale possa essere devastante per la civiltà: tutte le nostre relazioni sociali sono rapidamente decadute, i giovani sono stati demotivati e hanno abbandonato le scuole, le persone non si sono incontrate o innamorate, e molti hanno perso l’entusiasmo di lavorare insieme. La società umana sembrava condannata. La vera sostenibilità sociale deve comprendere almeno diverse dimensioni: ambientale, sociale, economica e culturale. Il fattore comune a tutte queste dimensioni è lo sviluppo. L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite lo ha riconosciuto (in teoria), ma purtroppo non è riuscita a fornire (in pratica) una strategia efficace per lo sviluppo. Tutti gli indicatori chiave dimostrano chiaramente che nessuno sviluppo sostenibile è possibile se confinato nei limiti del nostro pianeta.

Uno sviluppo veramente sostenibile è possibile solo nello spazio esterno, con l’utilizzo delle risorse lunari e degli asteroidi, il riprocessamento dei detriti orbitali e la raccolta dell’energia solare direttamente nello spazio. Si tratta di un approccio allo sviluppo “sostenibile” diverso, ma fattibile. Il 18° SDG – “Spazio per tutti, sulla Terra e oltre” – sarà un motore molto potente, che contribuirà a far progredire tutti gli altri 17 SDG.

[versione italiana a cura di Miriam Viscomi]

12 giugno 2023: Un 18° SDG: spazio per tutti, sulla Terra e oltre.

Durante il 1° evento virtuale di #Space18SDG, tutti i promotori esporranno il loro “perché” l’umanità ha bisogno di un 18° SDG. Seguite il livestream sul canale Youtube di Space Renaissance: https://youtube.com/live/A5CAyaNl7GI

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Scarica anche una versione pdf di questa newsletter.

[1] https://www.ohchr.org/sites/default/files/Documents/Issues/Development/DeclarationRightDevelopment_en.pdf

Posted by Miriam Viscomi