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La rivoluzione in Egitto: nuova prova del rischio di implosione della civiltà?

Quanto sta accadendo in Egitto in questi giorni ci attanaglia e angoscia tutti; ma deve farci riflettere, ed anche al di là di quanto i media ci propongono in termini di fatti e di analisi politiche e sociali, sempre confinate nel contingente.

Vogliamo prendere spunto dall’articolo, apparso sulla prima pagina de La Repubblica di giovedì 8 agosto scorso, scritto da Ian Buruma ed intitolato “Se il mondo applaude il golpe in Egitto”.

L’articolo discute due casi politici simili, quello dell’Egitto e quello della Tailandia, Paesi in cui, in epoche diverse, cittadini istruiti, democratici e liberali hanno applaudito dei colpi di Stato militari contro dei governi democraticamente eletti. In Tailandia nel 2006 ed in Egitto nel luglio 2013, i leader eletti e poi destituiti manu militari, Thaksin Shinawatra e Mohamed Morsi, sono stati secondo l’analisi di Buruma dei democratici reazionari, tendenti a considerare la propria vittoria elettorale come un mandato assoluto, che avrebbe permesso loro di manomettere la Costituzione e comportarsi da despoti. Anche il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, asserisce ancora Buruma, “appartiene alla stessa specie”, così come probabilmente sarebbe stato per i leader del Fronte Islamico di Salvezza algerino (Fis) se nel 1991 fossero saliti al potere.

Senza volerci addentrare troppo nell’analisi dei processi politici discussi nell’articolo, dobbiamo però rilevare che, in tutti i casi analizzati, si tratta di Paesi che non hanno vissuto una vera rivoluzione industriale, e sono tuttavia pervasi, come del resto è logico aspettarsi — nel mondo della comunicazione e dell’informazione globale — da una diffusa aspirazione alla crescita sociale, nonché alla democrazia, intesa come stato di diritto dove i cittadini siano finalmente cittadini, e non sudditi. Tra l’aspirazione di cui sopra, certo già presente nei paesi occidentali ai tempi della grande rivoluzione borghese, e la democrazia, c’è però stato di mezzo quel vasto processo che va sotto il nome di rivoluzione industriale. Lo sviluppo industriale infatti, oggi tanto criticato ed enormemente sottovalutato in modi diversi da tutte le parti politiche, è stato nel bene e nel male la culla della democrazia, poiché ha permesso lo sviluppo di una vasta maggioranza di cittadini mediamente informati ed istruiti, capaci di orientarsi e di scegliere (e qui ovviamente vanno considerate tutte le eccezioni che purtroppo ben conosciamo!!) in modo laico e consapevole, senza farsi influenzare esageratamente da pensieri religiosi integralisti.

E’ questo aspetto, per noi essenziale, dello sviluppo industriale, che l’articolista evita di toccare, per perdersi quindi in ipotesi più o meno bizantine circa i possibili metodi per aggiungere il “sale” della democrazia a società che escono direttamente da regimi tribali, senza essere toccate da una rivoluzione industriale, dai sistemi di istruzione di massa, dalla sanità pubblica ne’ da quello che in occidente si chiama “welfare”. Si tratta quindi di un’analisi tutta interna e tutta ripiegata sulla politica contingente, e pertanto in grado di individuare forse qualche problema, ma non certo le possibili soluzioni.

Del resto i grandi processi sociali che attraversano le regioni africane e medio-orientali non sono certo dei processi isolati, ma si collocano in un percorso di sviluppo sociale, già teorizzato da oltre due secoli, che sta dando vita oggi ad un quadro mondiale sempre più caratterizzato da uno stato di decadimento/involuzione specie nella sua componente più avanzata. L’aumento della popolazione, la scarsezza delle risorse naturali e l’attuale incapacità dell’uomo di trovare nuovi stimoli o di indirizzarsi verso nuovi percorsi lasciano presagire una prospettiva macroscopicamente negativa: la probabile implosione della civiltà umana. La storia non si ripete mai esattamente, una riaffermazione oggi dei valori della rivoluzione borghese — libertà, uguaglianza delle opportunità, laicismo, l’ossigeno della democrazia — è possibile solo aprendo un nuovo orizzonte di sviluppo, il Rinascimento Spaziale. In fondo anche la prima rivoluzione borghese venne dopo il rinascimento e la scoperta del nuovo mondo…

Sul fronte industriale, se si guarda al ciclo di vita della diffusione delle grandi tecnologie, tipicamente caratterizzato da un periodo di 100-200 anni, ci si accorge che dopo le Età del Tessile e dei Canali, del Vapore e delle Ferrovie, dell’Acciaio e dell’Ingegneria Pesante, del Petrolio e dell’Automobile, del Digitale e della Banda Larga (ancora nel pieno della diffusione), l’umanità è oggi in attesa della prossima rivoluzione industriale. C’è chi intravede nella Manipolazione Molecolare il nuovo motore. Noi di Space Renaissance crediamo che il nuovo ciclo non possa che essere quello dell’Età dell’Industria Spaziale.

Qualsiasi linea di sviluppo, infatti, basata su risorse esclusivamente terrestri, potrebbe forse garantire qualche decennio di respiro, ma arriverebbe presto comunque a scontrarsi con i limiti delle risorse terrestri, come già sta accadendo per la rivoluzione industriale Cinese ed Indiana. Contiamo fortissimamente nell’Umanesimo Astronautico e intravediamo un Rinascimento Spaziale; ma questo deve passare gioco forza per la consapevolezza dell’uomo che il mondo in cui viviamo non è un sistema chiuso, bensì la culla nella quale abbiamo passato la prima parte della nostra vita. Siamo ormai maturi, sociologicamente e tecnologicamente parlando, per espandere il nostro campo di azione oltre i confini dell’amata Madre Terra ed espanderci nello Spazio dove le risorse disponibili sono praticamente infinite.

All’attuale disperato bisogno di sviluppo industriale delle regioni definite “pre-industriali” come l’Egitto, fa infatti da contraltare l’altrettanto disperato bisogno di nuovo sviluppo industriale delle regioni definite, peraltro con molta presunzione e faciloneria, “post-industriali”. Non c’è alcun metodo valido per aggiungere il sale della democrazia ai paesi caratterizzati da forte aspirazione alla crescita! Come già osservato dal Nobel Amartya Sen, l’informazione è molto più importante delle cannoniere, ed i popoli poveri e sottosviluppati si “svegliano” quando arriva loro l’informazione del livello di vita più elevato che esiste in altri Paesi… Certo dal punto di vista etico fa impressione che l’esercito egiziano, per difendere la democrazia contro l’integralismo islamico, si macchi dell’assassinio di centinaia di persone. Ma non deve stupire. Si tratta infatti di paesi in cui la considerazione per il valore della vita non ha neppure ancora raggiunto il livello sia pure infimo (ed in declino) che vige nei paesi industrializzati. Anche nei paesi industrializzati, infatti, la democrazia versa in uno stato di forte crisi, laddove i partiti politici e le diverse correnti ideologiche non riescono ad esprimere progetti di vero e forte sviluppo. Ecco perché la civiltà versa in condizioni che preludono ad una gravissima involuzione dei valori civili ed etici generali: a causa dei processi sociali in atto, che si scontrano con leadership politiche del tutto incapaci di garantire l’industrializzazione dei paesi emergenti, e nuova industrializzazione dei paesi avanzati.

Un esempio particolarmente appropriato per rappresentare l’attuale status della civiltà è quello della rana nella pentola. Se mettiamo una rana in una pentola piena di acqua bollente, la rana immediatamente salterà fuori salvando la sua vita; ma se la mettiamo in una pentola di acqua fredda su un fuoco acceso, la rana resterà nella pentola e lentamente morirà. La nostra civiltà è come la rana e la pentola in cui siamo immersi sta diventando via via più pericolosa, ma lentamente. Progressivamente ci abituiamo al peggioramento delle condizioni e, in assenza di un’azione drastica, ci troveremo in condizioni insostenibili e la civiltà imploderà.

Lo sviluppo dell’economia industriale è un fattore chiave. Senza crescita non c’è speranza per la democrazia, la pace, la libertà: un concetto inizialmente proposto da Adam Smith in “The Wealth of the Nations” nel 1776. Smith notò che il benessere delle classi meno abbienti di una nazione dipende dalla crescita economica, e notò che la stagnazione e la decrescita economica possono dar luogo ad un inasprimento della povertà. In un’economia statica (condizione del tutto teorica) l’unica opportunità per migliorare le proprie condizioni di vita è quella di rimpiazzare qualcun altro (mors tua vitae mea). Un modo, per altro del tutto illusorio, di mantenere la società in uno stato stabile sarebbe la dittatura. Esempio estremo fu quello dei Khmer Rossi in Cambogia, ma ce ne sono tanti altri nella storia recente, nessuno dei quali, per altro, è mai riuscito a mantenere la società in stato stabile per più di qualche anno.

Il problema di fondo è che i 7 miliardi di persone sono ormai troppi per il nostro pianeta, e qualsiasi politicadi riduzione o decrescita non può che portare all’implosione della civiltà. La Terra, checche’ ne dicano gli ecologisti radicali ed i fautori della decrescita, non è malata: è incinta! Il feto (la civiltà umana) è ormai grande ed ha bisogno di uscire dall’utero della Madre Terra, ovvero di nascere in un contesto più grande: il nostro sistema solare. Il parallelo suggerisce immediatamente che l’uscita dall’utero materno (l’ambiente chiuso della nostra amata Terra) debba rappresentare l’espansione dell’umanità nello spazio. Da qui ha preso spunto il movimento della Space Renaissance. Qualsiasi sviluppo industriale necessita infatti di due fattori primari: materie prime ed energia. Due elementi che possiamo trovare in stragrande abbondanza appena fuori dell’orbita terrestre. Gli asteroidi vicini alla Terra (Near Earth Asteroids) rappresentano una vastissima miniera di metalli quasi allo stato puro, e di elementi pre-organici, ghiaccio, e tutto quanto necessita per costruire l’infrastruttura nel sistema geo-lunare, in quella che è stata definita “Greater Earth”, la magnetosfera terrestre, avente un raggio di 3,5 milioni di chilometri. L’energia solare che scorre da miliardi di anni in tale regione ed ancora scorrerà per altri miliardi di anni (sia che ne approfittiamo sia che continuiamo a non curarcene), può risolvere il problema energetico per centinaia di miliardi di persone per molti millenni. Si tratta di energia pulita, rinnovabile, e costante: 1400 watt continui per metro quadro, contro i 700 watt/mq a terra nelle regioni di maggior insolazione, solo di giorno e con il cielo sereno!

Quell’agognato sviluppo industriale, di cui tanto necessitano sia i Paesi sviluppati sia quelli emergenti, è possibile solo se la nostra civiltà saprà imboccare decisamente l’unica strada che garantisce possibilità di sviluppo industriale a due cifre per secoli a venire: l’espansione oltre l’atmosfera terrestre. Negli ultimi quarant’anni le maggiori agenzie spaziali hanno puntato strategicamente sulla sperimentazione, l’esplorazione, le telecomunicazioni, l’osservazione della Terra, spendendo oltre un trilione di dollari. Tutte attività interessantissime ma che purtroppo non hanno sinora portato allo sviluppo dell’astronautica civile generale, ne’ abbassato il costo dell’accesso all’orbita, rimasto costante a circa ventimila dollari al chilogrammo sin dai tempi dello sbarco sulla Luna. E’ ormai tempo, anzi siamo in grave ritardo, di puntare decisamente sulla industrializzazione dello spazio, sviluppando tecnologie (peraltro in gran parte esistenti o quasi) terra-orbita a basso costo, condizione essenziale per lo sviluppo dell’astronautica civile, del turismo

spaziale, di grandi insediamenti industriali e commerciali in orbita, sulla Luna, nei punti di librazione di Lagrange. La Space Renaissance International fa appello alla più vasta collaborazione tra i governi, possibilmente sotto l’egida di un’organizzazione di livello mondiale come l’ONU, perché sia favorito lo sviluppo della nuova industria del turismo spaziale e dell’astronautica civile in generale. Spetta ovviamente ai paesi più avanzati, già detentori di molto know-how scientifico, tecnologico ed ingegneristico, guidare questo processo, riconquistando la vera leadership dello sviluppo civile, che non è affatto quella militare, bensì quella culturale. Sarà solo assistendo alla nascita di grandi progetti spaziali, capaci di creare milioni di nuovi posti di lavoro qualificati, che anche i giovani islamici troveranno un modo più umanista di sviluppare la loro cultura ed anche, perché no, la loro fede, inserendosi in un vasto processo di crescita dell’intera umanità. Il rispetto per tutte le fedi e l’etica, la vera democrazia, faranno quindi dei passi avanti sostanziali. Sarà solo quando i genitori torneranno ad avere speranza in un futuro migliore per i loro figli e nipoti, che un nuovo spirito di collaborazione si potrà sviluppare tra i popoli di buona volontà. E’ quindi interesse di qualsiasi governo istituire politiche di agevolazione fiscale e sostegno nei confronti delle imprese che decidono di investire nell’astronautica, a qualsiasi titolo.

La Space Renaissance International rivolge quindi appello a tutti, per la creazione di sezioni o capitoli nazionali, secondo quanto definito dallo statuto internazionale, finalizzati alla promozione continua del programma sopra accennato e del proprio manifesto filosofico.

Fonte: Dipartimento di Ingegneria Industriale, Sezione

Aerospaziale, Univ. Federico II di Napoli

La sezione Space Renaissance Italia è nata ufficialmente il 22 marzo 2013 assumendo spirito, linee guida ed obiettivi di alto livello del movimento madre. Ha peraltro il compito di tradurre in azioni concrete la filosofia di fondo che anima Space Renaissance International. Il programma strategico di Space Renaissance Italia è appunto lo strumento concreto di identificazione degli obiettivi e della rotta da seguire per raggiungerli; esso è finalizzato alla diffusione delle conoscenze e della cultura del movimento e intende stimolare la nascita di un vero e proprio Space Tourism Business italiano di tipo privato, includendo in esso varie componenti: Scienza, Tecnologia, Turismo, Education (Formazione), Cultura. Si punta cioè a sensibilizzare imprenditori e amministratori pubblici ad attivare linee di azione che SR Italia cercherà di identificare, motivare e sviluppare. Allo stesso tempo l’azione di SR Italia sarà orientata alla diffusione tra la Stimolare lo sviluppo dello Space Business Italiano.

La focalizzazione sul Turismo Spaziale discende ad due punti essenziali: il primo è che qualsiasi attività umana nello spazio e quindi anche l’espansione della civiltà nello spazio necessita di una capacità ruotinaria ed economicamente sostenibile di accesso allo spazio; l’avvicinamento dell’aeronautica allo spazio rappresenta ormai con chiarezza la strada maestra e il turismo spaziale lo sta dimostrando. Il secondo è che in Italia c’è una storia notevole di capacità ed adeguate competenze scientifiche, industriali ma anche imprenditoriali, solo apparentemente lontane da ciò di cui necessita lo sviluppo del turismo spaziale; ed il concetto di turismo si sposa bene con una vocazione nazionale troppe volte maltrattata ma inconfutabilmente esistente ed apprezzata in tutto il mondo.

Le attività del Programma Strategico sono raggruppate in capitoli ai quali sono stati assegnati titoli capaci di trasmettere sin da subito i rispettivi messaggi fondamentali. Ed allora parliamo di Imagine The Future per contribuire allo sviluppo della Vision filosofica di Space Renaissance e trattare di futurologia; parliamo di Scientific View, Artistic View e Cultural View per elaborare momenti di diffusione della Vision verso il pubblico; parliamo di Space Learning e di SR Academy per trattare la formazione dei giovani della scuola primaria e secondaria da un lato e i giovani universitari dall’altro; parliamo di Make It Possible in Italy per sviluppare una capacità tecnica e di business italiana sulla scia di quello che si sta facendo negli Stati Uniti e da qualche altra parte; e parliamo infine di Enjoy the Experience proprio per stimolare la commercializzazione dell’accesso allo spazio in ottica di un avvicinamento dell’uomo comune al Quarto Ambiente.

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Comunicato luglio 2013: Programma Strategico sul Turismo Spaziale

Comunicato luglio 2013: Programma Strategico sul Turismo Spaziale

Un rapido aggiornamento prima delle vacanze estive sulla costruzione del Programma Strategico sul Turismo Spaziale.

Le attività procedono, un po’ in sordina per evitare premature sovraesposizioni mediatiche, ma procedono. Tanto che abbiamo completato l’articolo che sarà presentato al XXII Congresso dell’AIDAA, Associazione Italiana di Aeronautica ed Astronautica, che si terrà nei giorni 9-12 settembre 2013 a Napoli presso la Facoltà di Ingegneria di Fuorigrotta (www.aidaa2013.it).

Nell’ambito del congresso, la sessione scientifica intitolata Space Tourism and Commercial Space Flight è stata proposta ed organizzata dal presidente di Space Renaissance Italia. Proprio in questa sessione sarà presentato il Programma Strategico summenzionato nella sua dimensione attuale. Peraltro, durante la stessa sessione saranno presentati altri contributi da scienziati italiani ed internazionali, sia a livello di scenario che di elementi specifici come ad esempio il progetto inglese Skylon/Sabre che solo alcuni giorni fa ha attirato l’attenzione mondiale per effetto della decisione del governo UK di finanziarlo con 60 M di sterline.

Rilevante sottolineare che, associata alla sessione Space Tourism and Commercial Space Flight, ci sarà una Plenary Session dedicata all’argomento, tenuta dal Dr. Andreas Bergweiler della SPACE AFFAIRS ed intitolata “SPACE TOURISM – from an early childhood’s dream to reality”.

Guardando al futuro prossimo di Space Renaissance Italia, a settembre partiranno tre attività specifiche e trasversali rispetto a quelle già in corso:
• La valutazione economica dei singoli piani di attività (per poi predisporre il Business Plan complessivo)
• La valutazione di possibili entità private interessate o interessabili all’implementazione delle varie parti del programma
• Avvio dell’organizzazione del nostro congresso nazionale da tenersi ad inizio 2014.

Nel caso non dovessimo “leggerci” o sentirci più prima delle vacanze, auguriamo a tutti che siano tranquille, rilassanti e corroboranti.

Il Presidente
Space Renaissance Italia

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Comunicato giugno 2013

Costituito il Project Team per la preparazione del Programma Strategico di Space Renaissance Italia

L’ambizione dell’idea di Space Renaissance Italia, nata insieme alla sua costituzione il 22 marzo scorso presso Città della Scienza di Napoli, ha richiesto un tempo di gestazione lungo per poter fissare i primi elementi e predisporre la necessaria struttura operativa. Prima di entrare un po’ nel merito, vale la pena ricordare che SR Italia è uno dei Chapter in cui Space Renaissance International si sta strutturando; in quanto tale, ne assume spirito, linee guida ed obiettivi di alto livello. Assume peraltro il compito di tradurre in azioni concrete la filosofia di fondo che anima Space Renaissance International. Il programma strategico di SR Italia rappresenta appunto lo strumento di identificazione degli obiettivi e della rotta da seguire per raggiungerli; esso sarà predisposto entro il 2013 sotto forma di business plan alla ricerca di finanziamenti (privati, per lo più) per la sua implementazione. Allo scopo di avviare concretamente la comunità italiana verso la filosofia di SR International, si è scelto di fissare tale programma nell’ambito del Turismo Spaziale; infatti, queste due parole rappresentano una sintesi perfetta del concetto di efficientare l’accesso allo spazio come momento indispensabile per qualsiasi attività nello spazio e di quello di utilizzare lo spazio non solo per scopi scientifici come oggi si fa.

Stimolare la creazione di un settore di space business italiano attraverso azioni concentrate sul turismo spaziale.

SR Italia si è posta l’obiettivo di stimolare l’intera nazione al fine di far nascere un vero e proprio Space Tourism Business italiano di tipo privato, includendo in esso varie componenti: Scienza, Tecnologia, Turismo, Education (Formazione), Cultura. Si punta cioè a sensibilizzare imprenditori e amministratori pubblici ad attivare linee di azione che SR Italia cercherà di identificare, motivare e sviluppare. Allo stesso tempo l’azione di SR Italia sarà orientata alla diffusione tra la popolazione, a partire dalle giovani generazioni, dei contenuti del suo pensiero, delle potenzialità offerte dallo spazio, degli strumenti disponibili e di quelli che verranno per acquisire sempre più confidenza con lo spazio e sentirsi sempre più suoi turisti ed utilizzatori.
Dal punto di vista operativo, l’entità promotrice è Space Renaissance Italia che conduce lo studio iniziale che potremmo chiamare di concezione e fattibilità; le fasi successive potranno vedere il coinvolgimento della stessa associazione, di fondazioni, di gruppi culturali, aziende nuove, aziende esistenti, ecc.
La focalizzazione sul Turismo Spaziale discende ad due punti essenziali: il primo è che qualsiasi attività umana nello spazio e quindi anche l’espansione della civiltà nello spazio necessita di una capacità ruotinaria ed economicamente sostenibile di accesso allo spazio; l’avvicinamento dell’aeronautica allo spazio rappresenta ormai con chiarezza la strada maestra e il turismo spaziale lo sta dimostrando. Il secondo è che in Italia c’è un’adeguata storia di capacità e competenze scientifiche, industriali ma anche imprenditoriali solo apparentemente lontane da ciò di cui necessita lo sviluppo del turismo spaziale; ed il concetto di turismo si sposa bene con una vocazione nazionale troppe volte maltrattata ma inconfutabilmente esistente ed apprezzata in tutto il mondo.

Le attività da svolgere identificate come caratterizzanti il Programma Strategico sono state raggruppate in work packages ai quali sono stati assegnati titoli particolari, con lo scopo di lanciare sin da subito dei messaggi. Ed allora parliamo di Imagine The Future per contribuire allo sviluppo della Vision filosofica di Space Renaissance e trattare di futurologia; parliamo di Scientific View, Artistic View e Cultural View per elaborare momenti di diffusione della Vision verso il pubblico; parliamo di Space Learning e di SR Academy per trattare la formazione dei giovani della scuola primaria e secondaria da un lato e i giovani universitari dall’altro; parliamo di Make It Possible in Italy per sviluppare una capacità tecnica e di business italiana sulla scia di quello che si sta facendo negli Stati Uniti e da qualche altra parte; e parliamo infine di Enjoy the Experience proprio per stimolare la commercializzazione dell’accesso allo spazio in ottica di un avvicinamento dell’uomo comune al Quarto Ambiente.

Per mettere a punto il Programma Strategico, è stato costituito un gruppo di lavoro di una trentina di esperti in campi come l’ingegneria e la tecnologia aerospaziale, la filosofia, la comunicazione, l’arte, il business development, la cultura, la scienza, sotto la guida del presidente di SR Italia, Rino Russo. Il team, che dovrà ancora crescere nelle prossime settimane, opera totalmente su base volontaria e a titolo puramente personale; questo è garanzia di indipendenza.

In conclusione, siamo lieti di informare che le attività sono ufficialmente partite ieri. Un benvenuti a bordo a tutti e Buon Lavoro al team!

Per Aspera ad Astra, semper !

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