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La dichiarazione di Space Renaissance International sullo sviluppo civile nello spazio

La dichiarazione di Space Renaissance International sullo sviluppo civile nello spazio

Il manifesto filosofico di Space Renaissance ha quasi dieci anni, ma conserva intatta tutta la sua attualità. Nel corso di questi anni parecchie centinaia di persone lo hanno sottoscritto, da molti Paesi del mondo.

Con il suo secondo congresso mondiale, svoltosi nell’Ottobre 2016, Space Renaissance International ha deciso di passare dal ruolo principalmente di testimonianza, che l’aveva caratterizzata durante i primi anni e successivamente al primo congresso mondiale, svoltosi nel 2011, ad un ruolo più attivo, di pressione politica e di lobbying presso i governi ed i rappresentanti politici più sensibilie alle tematiche spaziali, nei Paesi in cui esistono chapter organizzati, ed anche verso le istituzioni internazionali, come l’ONU.

Il Board ha quindi avvertito l’esigenza di sintetizzare, in un testo breve e di veloce lettura, le posizioni e gli obiettivi emersi dall’ultimo congresso. In estrema sintesi, si tratta di proporre con forza il programma di espansione civile nello spazio esterno, spiegandone non solo le motivazioni filosofiche, ma anche l’enorme convenienza e le immense opportunità economiche e sociali.

E’ nostra convinzione che la ripresa economica che è in atto in parecchi paesi si debba in parte, o forse sostanzialmente, alla grande speranza di nuovo sviluppo accesa dal sucesso di Space X con i suoi lanciatori riutilizzabili, ormai prossimi all’utilizzo di routine, ed al conseguente abbassamento del costo dei trasporti Terra-Orbita. Non siamo ancora ai veicoli di trasporto passeggeri civili a basso costo, interamente riutilizzabili, ma è l’inizio del rinascimento spaziale, di quel processo che può portare aduna stagione di sviluppo che chi ha vissuto la sua intera vita di lavoro in mezzo alle temperie delle crisi ricorrenti ha sinora solo potuto sognare.

La Dichiarazione del Rinascimento Spaziale esordisce con il sogno, infatti, il sogno astronautico che abbiamo cullato per tanti anni, e che può finalmente diventare realtà. E poi delinea, in modo conciso ed essenziale, i passi essenziali che sono richiesti alla politica ed ai cittadini dei paesi di questo pianeta, ai quali si chiede di immaginare se stessi, o i loro figli, membri di comunità non terrestri, cittadini di Lagrange City, Asteropolis, Selenopolis… viaggiando nello spazio come oggi si viaggia in aereo o in treno, nel benessere che deriverà dai mille mestieri, sia nuovi che tradizionali, che nasceranno in quei contesti spaziali, ed a Terra, nelle filiere industriali che si svilupperanno per servire il mercato spaziale.

La Dichiarazione è stata concepita come un appello da firmare, ed anche come un testo facilmente scaricabile, riproducibile, caricabile su social network e siti web, stampabile per distribuirla a conferenze e riunioni, per farne oggetto di discussione e di proposta.

Leggi qui la versione in lingua Italiana della Dichiarazione del Rinascimento Spaziale.

Posted by ADRIANO AUTINO in Annunci programmatici, Blog, News, Press
Il comunicato di Stefano Antonetti, dopo l’incontro di Space Renaissance Italia del 17 Luglio 2017

Il comunicato di Stefano Antonetti, dopo l’incontro di Space Renaissance Italia del 17 Luglio 2017

Questo il commento di Stefano Antonetti, coordinatore nazionale di Space Renaissance Italia, il giorno dopo l’incontro di Space Renaissance Italia, che si è tenuto nella sede D ORBIT di Fino Mornasco, in provincia di Como, fra l’altro anche sede di Space Renaissance Italia, per gentile concessione di D ORBIT.

L’evento di ieri qui nella sede di D-Orbit è stato un successo. Abbiamo avuto una eccellente discussione sui punti in agenda, vale a dire l’evento sui 50 anni dell’Outer Space Treaty, che si terrà a Roma in ASI a Ottobre, e sul cogresso nazionale del 2018. Il CEO di D-Orbit Luca Rossettini ha poi presentato le nuove facilities di D-Orbit ai presenti, prima del concerto del duo SoulSight Duo di Elena e Domenico, che sono stati, senza mezzi termini, eccezionali!!

La serata si è conclusa con un piccolo aperitivo e con il collegamento con il satellite D-SAT nella sua finestra serale.
Il Sindaco, Vice-Sindaco e Assessore all’Istruzione del Comune di Fino Mornasco ci hanno, tra gli altri, fregiato della loro presenza.

Volevo sinceramente ringraziare tutti i soci per il supporto, e i presenti per la partecipazione, in particolare Elena, Domenico, Adriano e Daniele che moltissimo hanno contribuito. Sono momenti come questi che rendono ulteriormente piacevole il nostro lavoro: esperienza assolutamente da ripetere.

Non ci resta che lavorare duro ora per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, in particolare l’evento di ottobre in ASI, che molto influenzerà sulla credibilità della nostra associazione.

Qui potete vedere tutti i video registrati durante la giornata.

Posted by ADRIANO AUTINO
L’Outer Space Treaty:  50 anni, e li dimostra!

L’Outer Space Treaty: 50 anni, e li dimostra!

Il 10 Ottobre 1967 entrava in vigore il “Trattato sui principi che governano le attività degli Stati in materia di esplorazione ed utilizzazione dello spazio extra-atmosferico compresa la Luna e gli altri corpi celesti”, anche detto “Trattato sullo spazio extra-atmosferico” (Outer Space Treaty http://www.unoosa.org/pdf/gares/ARES_21_2222E.pdf). È il trattato internazionale che costituisce la struttura giuridica di base del diritto internazionale aerospaziale. Aperto alla sottoscrizione dai tre paesi depositari — Stati Uniti, Regno Unito, ed Unione Sovietica — ad oggi il trattato è stato firmato e ratificato da 107 paesi, mentre altri 23 paesi l’hanno sottoscritto ma non ancora ratificato.

Tra i principi base, il divieto agli stati firmatari di collocare armi nucleari od ogni altro genere di armi di distruzione di massa nell’orbita terrestre, sulla Luna o su altri corpi celesti, o, comunque, stazionarli nello spazio extra-atmosferico. Il trattato consente l’utilizzo della Luna e degli altri corpi celesti esclusivamente per scopi pacifici, e ne proibisce invece espressamente l’uso per effettuare test su armi di qualunque genere, condurre manovre militari, o stabilire basi, installazioni o fortificazioni militari.

Il trattato, inoltre, e qui entriamo in un’area di interesse crescente ai giorni nostri, proibisce espressamente agli stati firmatari di rivendicare risorse poste nello spazio, quali la Luna, un pianeta o altro corpo celeste, poiché considerate “patrimonio comune dell’umanità”: l’articolo 2 del trattato afferma, infatti, che “lo spazio extra-atmosferico non è soggetto ad appropriazione nazionale né rivendicandone di sovranità, né occupandolo, né con ogni altro mezzo”. Il trattato proibisce di fatto ogni diritto di proprietà privata nello spazio, allo stesso modo in cui il diritto del mare impedisce a chiunque l’appropriazione del mare.

L’unico punto del trattato in cui si considerano attività condotte da enti non-governativi nello spazio extra-atmosferico, inclusa la Luna e altri corpi celesti, precisa che qualsiasi attività è soggetta all’autorizzazione ed alla continua supervisione da parte dello stato di appartenenza firmatario del trattato e che gli stati firmatari saranno responsabili, a livello internazionale, per le attività spaziali nazionali condotte sia dagli enti governativi che da quelli non-governativi.

Pensando all’epoca in cui è stato concepito, gli anni ’60 del secolo scorso, non ci dobbiamo meravigliare che il trattato consideri quasi esclusivamente gli stati, trascurando quasi completamente le imprese private ed i cittadini. Ma questa normativa si può considerare sufficiente oggi, nell’epoca che vede l’abbattimento del costo del trasporto terra orbita? Inoltre, mi aspetterei come minimo che un sistema di diritto spaziale proibisse l’abbandono di rottami e rifiuti in orbita, considerata da tutti come un’enorme discarica, di cui ci si può totalmente disinteressare… Ma i redattori del trattato sono stati ben attenti, nel 1967, a non scrivere norme che potessero allora suonare “fantascientifiche”!

E, del resto, chiunque si accingesse oggi all’opera meritoria di ripulire l’orbita dai rifiuti, incorrerebbe probabilmente in guai legali, visto che il trattato non comprende una norma simile a quella che, nel diritto marittimo, stabilisce il diritto di proprietà per chiunque recuperi un relitto potenzialmente pericoloso per la navigazione.

Considerando la negazione della proprietà privata nello spazio extra-atmosferico, compresa la Luna e gli altri corpi celesti, e considerando la forte spinta odierna all’espansione delle attività civili, industriali e commerciali in genere, nelle aree suddette, è più che urgente mettere mano, possibilmente sotto l’egida delle Nazioni Unite, a tutta la normativa, con l’obiettivo di ricavarne un sistema legale consistente e coerente, che permetta alle imprese private, consorzi di ricerca ed esplorazione a fini commerciali, di muoversi nello spazio extra-atmosferico attenendosi a criteri largamente condivisi e rispettosi delle libertà e dei diritti riconosciuti per le attività civili condotte sul suolo e nelle acque terrestri. Fra le normative più urgenti, l’estensione allo spazio esterno dei diritti umani, così come riconosciuti e codificati dalle Nazioni Unite. Fra i diritti umani si deve considerare il diritto allo sviluppo, riconosciuto dalle Nazioni Unite, come motivazione generale e parte integrante di un programma globale di espansione civile nello spazio esterno. (Si veda la Risoluzione sul Diritto allo Sviluppo dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite 41/128 del 4 dicembre 1986 (1)). Si dovrebbero garantire la salvaguardia e la protezione della vita e della salute umana e, in generale, la garanzia e la salvaguardia delle condizioni di vita civili, nell’ambiente dello spazio esterno. Il che comporta un’immediata assunzione prioritaria di responsabilità, da parte delle agenzie spaziali e gli enti di ricerca, per quanto riguarda la protezione dalle radiazioni cosmiche, la gravità artificiale e la creazione di ecosistemi artificiali, per riprodurre l’indispensabile ambiente vegetale e faunistico nelle infrastrutture spaziali. Si dovrebbe descrivere ed adottare un concetto di “Libertà dello Spazio”, derivato dal diritto marittimo terrestre (“Libertà dei mari”), e dal diritto dell’aviazione commerciale (“Libertà dell’aria”). Il sistema di diritto spaziale dovrebbe fornire le regole basilari per lo sviluppo di un libero mercato nello spazio esterno, nel pieno rispetto dei diritti umani e delle relative leggi. Si dovrebbe quindi regolamentare lo sfruttamento delle risorse extraterrestri, come le materie prime asteroidee e planetarie, da parte dell’industria privata, ed anche definire le condizioni di rivendicazione ed aggiudicazione di porzioni di suolo extraterrestre, da parte di soggetti privati, cosa che il trattato attualmente in vigore invece proibisce. Si dovrebbe definire la quota soglia (limite dell’atmosfera? Suborbitale? Orbita bassa?), dove terminano i cieli nazionali ed inizia il regime di giurisdizione internazionale dello Spazio Esterno. Il Diritto Spaziale dovrebbe stabilire norme severe per la pulizia e la sicurezza orbitale, sollecitando al contempo la costruzione di una piattaforma internazionale per la rimozione, la mitigazione ed il riutilizzo dei rottami e dei detriti spaziali, che attualmente minacciano l’integrità delle attività orbitali. Si dovrebbe definire una normativa del diritto al recupero e proprietà di relitti e rottami spaziali abbandonati in orbita. Come indirizzo generale a breve e medio termine, l’ONU dovrebbe raccomandare, promuovere e sostenere l’intesa e la collaborazione internazionale tra le agenzie, in particolare l’unificazione degli sforzi per il rapido sviluppo di insediamenti e dell’infrastruttura industriale nello spazio Geo-Lunare e per l’ulteriore esplorazione verso Marte ed i pianeti esterni.

Il prossimo 10 Ottobre, si terrà a Roma, con il patrocinio dell’Agenzia Spaziale Europea, una conferenza di celebrazione del 50mo anniversario dell’Outer Space Treaty. La conferenza ha l’obiettivo di sollecitare il nostro governo a svolgere una decisa iniziativa verso le Nazioni Unite e tutte le istituzioni competenti, per la definizione ed il varo di un sistema di diritto spaziale.

Il giorno 17 Luglio si terrà a Fino Mornasco (Como), presso la sede di D ORBIT un incontro organizzato da Space Renaissance Italia, dove si discuterà, tra l’altro, di questo tema. L’agenda dell’incontro prevede anche un concerto del SoulSight Duo, con Elena Cecconi al flauto e Domenico Ermirio al violoncello.

Collegamenti:

Il testo completo dell’Outer Space Treaty (http://www.unoosa.org/pdf/gares/ARES_21_2222E.pdf)

La Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite 41/128 del 4 dicembre 1986 sul diritto allo sviluppo. (http://unipd-centrodirittiumani.it/it/strumenti_internazionali/Dichiarazione-sul-diritto-allo-sviluppo-1986/33)

Invito e programma dell’incontro del 17 luglio

Elena Cecconi, flautista di fama mondiale

Posted by ADRIANO AUTINO