ADRIANO AUTINO

Non saremo astronauti!

Non saremo astronauti!

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Cari soci, sostenitori ed amici, persone rinascimentali,

come forse già sapete, Space Renaissance International terrà il suo 2° Congresso Mondiale dal 30 Settembre al 2 Ottobre. Il Congresso si svolgerà on-line, tramite chat Skype, 3 ore al giorno a partire dalle 15:00 GMT.

Benchè SRI abbia un grande bisogno di aumentare la propria visibilità pubblica, abbiamo scelto di non tenere un congresso dal vivo questa volta. L’obiettivo principale è quello di aggiornare la nostra analisi e la strategia, e di condividere questa discussione con il più alto numero di uomini e donne rinascimentali, che siamo certi superino in numero i sostenitori di Space Renaissance, in tutto il mondo! I partecipanti possono registrarsi gratuitamente, evitando le spese di viaggio, e potranno commentare e partecipare, anche offline.

Durante i tre giorni del Congresso saranno discusse cinque documenti di tesi, che coprono quelli che secondo noi sono i punti chiave dei prossimi quattro anni, fino al SRI 3° Congresso mondiale, nel 2020.

Il titolo del congresso è “Dall’esplorazione spaziale all’insediamento nello spazio”.

Ai leader mondiali chiediamo di capire che l’umanità necessita urgentemente un cambio di direzione: dall’esplorazione dello spazio allo sviluppo di attività civili nello spazio, trovando modi per creare insediamenti spaziali umani. Un rinascimento globale sta contrastando la crisi globale, producendo trasformazioni sociali, tecnologiche e scientifiche: per vincere, questo rinascimento necessita di espandersi al di fuori del nostro pianeta, diventando un rinascimento spaziale!

La “Tesi 1 – Il nostro impegno per l’Astronautica” è un aggiornamento della nostra analisi sullo stato attuale della civiltà, di fronte alle sfide di sostenere le esigenze e lo sviluppo industriale di sette miliardi e mezzo di di esseri umani, evitando un ulteriore deterioramento dell’ambiente planetario, affrontando le crescenti carenze di materie prime e di fonti energetiche. Confronteremo la storia degli ultimi cinque anni, le previsioni che avevamo fatto durante il 1° Congresso Mondiale di SRI, tenuto via SKYPE nel 2011, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo dell’astronautica civile. Chiediamo: “come possiamo influenzare l’opinione pubblica mondiale, dimostrazndo l’estrema necessità per l’umanità di espandersi oltre i limiti della Terra?” “Quali sono i processi sociali e industriali più promettenti, da sostenere e sviluppare ulteriormente?” Ed anche “Gli scenari fantascientifici che abbiamo amato durante il secolo scorso sono ormai nulla più di un sogno nostalgico, caratterizzato da un romantico sapore vagamente retrò?”

Il termine “Astronauta” probabilmente non si applica ai passeggeri spaziali civili: gli astronauti erano eroi di fantascienza, ed oggi sono militari, accuratamente scelti e preparati per le loro missioni. Quello di cui stiamo parlando è il sogno di prendere un veicolo spaziale come un normale volo aereo, verso la Luna o una città situata in un punto di Lagrange. Durante tali viaggi, non ci aspettiamo di uscire dal veicolo indossando una tuta spaziale, così come non penseremmo proprio di sederci sulle ali di un jumbo jet durante un volo da Milano a New York. Non saremo “astronauti”, nemmeno quando raggiungeremo la nostra destinazione nello spazio, dove per lo più vivremo in ambienti chiusi.

Ma esiste già una narrazione adeguata, che stimoli la curiosità delle persone, e le faccia sentire interessate alla vita nello spazio? Abbiamo bisogno di un nuovo movimento artistico “futurista”? Forse abbiamo ormai avuto abbastanza visioni futuristiche, che hanno sempre rinviato l’espansione umana nello spazio ad un futuro più o meno lontano. Un nuovo movimento artistico è decisamente necessario, ma dovrebbe parlare della nostra vita civile nello spazio ora, più che nel futuro. Un’avanguardia consapevole del fatto che siamo in grave ritardo, da tutti i punti di vista, e non abbiamo più tempo da perdere. Una parola per definire un tale movimento non esiste, ancora. Di solito, i movimenti nascono prima delle definizioni.

I nostri compiti, come persone rinascimentali sveglie e coscienti, sono enormi, e potremmo essere terrorizzati dalla sfida … ma non ci arrenderemo. Guardando il cielo di notte, contemplando la maestosità della Galassia, ci rendiamo conto delle enormi potenzialità che ci attendono là fuori… Guardare il cielo è la nostra forza, le stelle sono la nostra destinazione evolutiva. Come i primi ominidi che si sforzavano di conquistare la posizione eretta, ci sforziamo di pensare noi stessi tra le stelle, in un ambiente a tre dimensioni, senza limiti in ogni direzione e grado della sfera spaziale.

La “Tesi 2 – Spazio per la pace” discute l’aumento dei conflitti che costituiscono la più grande minaccia per il futuro della civiltà globalizzata. Le cause di questi conflitti sono numerose, ma perlopiù hanno a che fare con il controllo sulle risorse naturali e sulle popolazioni che vivono nelle regioni contese, da parte di interessi finanziari e geopolitici. Qualsiasi grande guerra che si possa verificare nei prossimi anni avrebbe conseguenze imprevedibili. In alternativa al precipitaredi una guerra mondiale, proponiamo un programma di sviluppo spaziale civile, che espanda le attività umane nello spazio geo-lunare, come unica contromisura valida per mitigare il rischio di un conflitto globale e di un’implosione della civiltà. Questo tema sarà parte fondamentale del nostro programma dei prossimi quattro anni, ed avrà un posto primario in tutte le nostre manifestazioni pubbliche.

La “Tesi 3 – Costruire Space Renaissance” definisce il nostro programma per i prossimi 4 anni, compresa un’iniziativa primaria che toccherà i cinque continenti, portando la nostra proposta di rinascimento spaziale in tutto il mondo, esercitando pressione sui governi, collaborando con le agenzie spaziali, cercando di riprodurre l’esperienza esemplare di SpaceX a tutto il comparto industriale definito “NewSpace”. Svilupperemo inoltre  le nostre proposte in materia di legge spaziale, nel contesto del 50° anniversario dello  Space Threaty – il trattato sui principi che governano le attività degli Stati nell’esplorazione e nell’uso dello spazio esterno, inclusi la Luna e Altro Corpi celesti – che è entrato in vigore nell’ottobre del 1967 e fornisce il quadro di base in materia di diritto spaziale internazionale.

La “Tesi 4 – Una nuova strategia di comunicazione” definisce il metodo mediante il quale pensiamo di moltiplicare la nostra proiezione esterna, informando un numero crescente di persone delle nostre proposte e iniziative, ed incoraggiandoli ad iscriversi a Space Renaissance ed a lavorare con noi, per svegliare le altre persone rinascimentali.

La “Tesi 5 – Space Renaissance Academy” descrive ed imposta il nostro programma di formazione, che nella sua prima fase vedrà lo sviluppo di webinar (presto disponibili on-line).

Si prega di registrarsi per partecipare al congresso, se si vuole essere sicuri che sarà parte della chat di Skype.

La registrazione è gratuita, richiede solo pochi secondi, e ci permetterà di ottimizzare il processo organizzativo.

Siete inoltre invitati a vedere i documenti tesi, ed a proporre un vostro documento o emendamenti aalle tesi.

Un modulo online è disponibile per l’upload delle vostre proposte al Congresso.

Pr aggiungere qualsiasi contributo / proposte di modifica ai documenti tesi, si prega di seguire la seguente procedura:

  1. leggi i documenti di tesi (link sopra riportato)
  2. identifica a quali documenti di Tesi si applica la tua proposta
  3. se desideri inviare un documento, utilizza questo template.
  4. carica il tuo testo o documento, in lingua Inglese, qui.

Space Renaissance ha bisogno di tutti gli uomini e le donne rinascimentali! Se pensi che quello  che facciamo sia utile Partecipa al rinascimento  spaziale!

Scarica la versione pdf di questo articolo.

Posted by ADRIANO AUTINO
Additive manufacturing: un’alternativa ai razzi riutilizzabili?

Additive manufacturing: un’alternativa ai razzi riutilizzabili?

Additive manufacturing: un’alternativa ai razzi riutilizzabili?

di Adriano V. Autino

Come promesso, ecco un breve resoconto, ed alcune considerazioni, sul workshop Additive Manufacturing, organizzato dall’ASI, dal 20 al 22 Luglio, nell’auditorium della sede di Tor Vergata a Roma. L’iniziativa, che ha visto fortemente impegnati Roberto Formaro (capo della Technology and Engineering Division dell’ASI), Danilo Rubini ed il loro staff, è stata decisamente un successo, ed ha visto la presenza, nei tre giorni, di più di trecento partecipanti, in grande maggioranza appartenenti al settore industriale ed al mondo accademico. Queste note sono scritte di getto, appena rientrato da Roma, spero mi perdonerete qualche omissione o imprecisione, cui magari qualche collega potrà rimediare, postando nei forum.

Complessivamente hanno preso la parola una cinquantina di oratori, di cui il 60% rappresentanti realtà industriali o di ricerca tecnologica, il 30% università, il 10% enti di ricerca. Tra le università molto nutrita la presenza del Politecnico di Milano e dell’Università Tor Vergata. Mi ha un po’ sorpreso la più limitata (benchè di notevole livello) partecipazione del Politecnico di Torino, soprattutto se consideriamo la cospicua presenza al workshop di aziende torinesi.

Pensavate possibile, nel contesto di questa crisi che sembra non finire mai, che potesse esistere un settore industriale, anche nel nostro paese, che cresce a due cifre? Bene, questo settore esiste, e si chiama additive manufacturing o, per dirla in italiano, fabbricazione additiva.

Tommaso Ghidini – ESA
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Durante il workshop i protagonisti del settore si sono visti in faccia, senza nascondere una certa sorpresa, nel constatare che in molti casi si sta ormai parlando di vera produzione, e non solo di prototipazione, e che componenti stampati in 3D stanno già volando. Fortemente raccomandata da parte dall’ESA, presente al workshop con Tommaso Ghidini, capo della sezione Materials Technology, si è parlato molto di standardizzazione e certificazione dei processi, passo fondamentale per l’utilizzabilità in sicurezza dei prodotti.

Si veda anche, di Tommaso Ghidini, questa bella conferenza TED sul 3d printing spaziale. Nella prima parte si mostra, tra l’altro, la sezione di muro lunare stampata in 3d da D-SHAPE (Enrico Dini).

Enrico Dini, nella sua presentazione al work-shop, mostra la tecnica di stampa 3d, mediante il grande plotter che “scrive” il legante chimico sugli strati di simulante della regolite lunare. Un altro tema molto dibattuto, nelle sessioni dedicate alle domande, quello del necessario coordi-namento tra università ed industria, che ASI sollecita fortemente, e per il quale intende sviluppare un centro di riferimento dedicato, che funga da stimolo e motore di comunicazione e collaborazione.

Un momento della presentazione di Enrico Dini, D-SHAPE.
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Ovviamente, mi sentirei di aggiungere, una simile struttura, più che necessaria, potrà raggiungere gli obiettivi prefissati solo se saprà dotarsi di un setup analitico, capace di analizzare i punti di eccellenza di ogni azienda, ed andare oltre la logica dello “sportello”, muovendosi attivamente e continuativamente sia verso le aziende che verso le università. Fa ben sperare, da questo punto di vista, la positiva serie di incontri con le aziende che già vediamo in atto, da parte dell’agenzia.

Additive Manufacturing: una scheda tecnica veloce e non esaustiva

Qualche nota informativa è d’obbligo, poichè non tutti siamo esperti di tecniche produttive industriali. È abbastanza semplice. Le tecnologie tradizionali di fabbricazione meccanica si dicono sottrattive, perchè perlopiù lavorano i metalli per sottrazione di materiale: da un tondino, o da un pezzo squadrato, viene eliminato il materiale superfluo, mediante ad esempio la tornitura o la fresatura, supportate da tecniche CAD/CAM. Mi perdonino gli esperti delle tecnologie di lavorazione meccaniche per l’estrema semplificazione, ma è tanto per dare un’idea.

La fabbricazione additiva, comunemente conosciuta anche come stampa 3D, opera al contrario, aggiungendo materiale dove serve, per mezzo di stratificazioni successive, modellate seguendo un disegno a computer (CAD/CAM). I materiali di partenza sono polveri metalliche o di altra natura, che possono essere opportunamente mescolate ad additivi, per ottenere leghe e materiali compositi. Le polveri vengono fuse mediante laser o altre metodologie comunque basate sulla concentrazione di calore, seguendo il profilo del modello elettronico. La stampa 3D viene anche utilizzata per creare oggetti a partire da polimeri o leghe polimeriche.

L’additive manufacturing di precisione si articola in alcune sotto-tecnologie. Mi sia consentito di limitarmi qui ad elencare quelle che sono riuscito a captare: EBM (Electron Beam Melting), DMLS (Direct Metal Laser Sintering), SLM (Selective Laser Melting), SLS (Sinterizzazione Laser Selettiva), LBW (Laser Beam Welding), FDM (Fused deposition modeling).

La stampa 3d a larga scala, presentata dal suo inventore Enrico Dini (D-SHAPE), utilizza sabbie combinate con leganti chimici, per ottenere un composto simile alla roccia, per la costruzione di strutture abitative ed elementi di varia natura, comprese barriere coralline artificiali, per la ripopolazione di fondali marini. Fin dal 2010 tale tecnologia viene sperimentata, in ambito ESA, anche nella prospettiva di “stampare” moduli abitativi sulla superficie lunare, utilizzando la regolite come materiale base di costruzione (si vedano anche i famosi video dell’architetto Norman Foster, uno dei partner del team D-SHAPE).

Come è stato ampiamente discusso durante il workshop, si tratta di tecnologie destinate a cambiare radicalmente il modo di produzione industriale, o forse si potrebbe dire ad incarnare concretamente il modo di produzione post-industriale, se per produzione industriale si intende la fabbrica tayloristica seriale, anche nelle sue versioni più moderne, le isole robotiche. Ovviamente le catene produttive seriali continueranno ad esistere, per le grandi produzioni di massa. Ma l’aspetto importante è che sembra essere finito, o almeno significativamente ridimensionato, il paradigma delle economie di scala “più grande il volume più basso il costo di produzione”. Le stampanti 3D permettono infatti di abbassare drasticamente i costi di produzione anche per piccole o piccolissime serie.

I vantaggi della produzione additiva, rispetto alla sottrattiva, sono moltissimi e, come è stato rilevato nel corso del workshop, non sono ancora stati scoperti tutti.
Ecco, alla rinfusa, quelli che ho potuto catturare dalle slide mostrate dai partecipanti al workshop.

Con l’additive manufacturing si possono ottenere geometrie e proprietà strutturali che sarebbero impossibili da raggiungere con i processi tradizionali. È possibile ottenere parti di elevatissima complessità geometrica. Viene inoltre enormemente ampliata la possibilità di personalizzazione della produzione, anche per bassi volumi. La stampa 3D permette una diminuzione drastica del numero di parti che compongono un oggetto, se non, in molti casi, la produzione in blocco unico. I tempi di prototipazione e produzione sono molto inferiori, rispetto alle tecniche tradizionali. Il prodotto finito presenta molta maggiore solidità, resistenza e compattezza, grazie alla sostanziale assenza di stress meccanico, che nelle lavorazioni classiche si deve a processi “violenti”, come ad esempio la tornitura, la fresatura, la piegatura. Si ha inoltre un sostanziale alleggerimento dei pezzi prodotti.

Ultimo, ma non per importanza, l’additive manufacturing si presenta decisamente come tecnologia “verde”, o se preferite, sostenibile. Il risparmio di materiale e la riduzione degli sprechi sono enormi, se si pensa che le polveri non utilizzate dal processo non vengono in alcun modo rovinate nè modificate, quindi possono essere reimmesse nel processo per un numero elevatissimo di cicli. Allo stesso tempo si ha una drastica riduzione dell’inquinamento ambientale, sia dal processo di fabbricazione, sia dalla massiccia riduzione delle attività di trasporto nei vettori logistici, sia dal risparmio di materiale. Rispetto alla fonderia classica, si ha minore impiego di energia, e nessuna produzione di sostanze tossiche (diossine, ecc..).

La meccanica non è più “meccanica”

Come osservato da diversi oratori del workshop, ed in particolare dal prof. Quadrini, dell’Università Tor Vergata, le forme degli oggetti sviluppati mediante AM si discostano decisamente dalle forme, squadrate o rotonde, dei prodotti meccanici tradizionali, per avvicinarsi alle forme della natura: le ossa, gli alberi, le conchiglie. Mediante opportuno studio delle caratteristiche strutturali di certe forme naturali sarà quindi anche possibile ottenere componenti stampati in 3d con caratteristiche di robustezza e flessibilità paragonabili. Per chi possiede sensibilità artistica, le forme stampate in 3d sono decisamente intriganti, e non è difficile immaginare una stagione che potrà ispirare gli artisti almeno quanto lo fece il binomio futurismo-meccanica nei confronti dei grandi movimenti artistici del secolo scorso.

Dimentichiamo termini come travi, staffe, pilastri, in favore di parole un po’ inquietanti, perchè risuonano con la nostra stessa biologia, come ad esempio la trabecola, che lasciano intravedere forse future contaminazioni tra scienza medica ed ingegneria meccanica, e non solo su terreni di incontro ovvi, quali la robotica e la cibernetica.

L’AM e lo sviluppo spaziale

Fin qui, si è parlato di una nuova tecnologia, certamente rivoluzionaria e decisamente rinascimentale, ma altrettanto decisamente terrestre. L’additive manufacturing, è stato ancora il prof. Quadrini ad osservarlo, lavora per stratificazione, in verticale, grazie alla forza di gravità. È quindi fortemente limitata, almeno per ora, ad applicazioni terrestri. Solamente in pochi casi (Loredana Santo dell’Univ. Tor Vergata, Maurizio Romeo di BEAMIT), si è parlato di tecniche di stampa 3d in condizioni di microgravità, sperimentanbili a bordo della ISS.

Perchè, quindi, il forte interesse dell’ESA e dell’ASI per questa tecnologia? In primo luogo, non dobbiamo dimenticarlo, il focus principale delle agenzie restano, almeno per ora, le attività satellitari, per quanto il clima stia fortemente cambiando, come testimoniato dal forte interesse manifestato dall’ESA per la Luna, dopo l’insediamento del nuovo Direttore generale Johann-Dietrich Wörner, e dallo stesso discorso tenuto dal prof. Roberto Battiston, presidente dell’ASI, in chiusura del workshop. Aspettiamo con ansia che questo promettente indirizzo si traduca in gare concrete, nel database EMIT, ma è già molto importante che l’ESA abbia dato inizio ad un grande outreach mediatico, su programmi di reale espansione.

La produzione di componenti per mezzo di tecniche AM è già iniziata, ed in campo aeronautico componenti stampati in 3d ormai volano già da qualche tempo. In campo spaziale Space X già utilizza valvole stampate in 3d sui Falcon, mentre il motore Super-Draco si avvale di una camera di combustione interamente stampata in 3d. Le tecnologie additive, nello scenario attuale, promettono una significativa riduzione dei costi di lancio in tutte le componenti: dai lanciatori, che costeranno molto meno, ai carichi paganti (satelliti). Il tutto potrà essere disegnato, protipato e prodotto in tempi ridotti di almeno un ordine di grandezza, mediante tecnologie additive, peserà meno, costerà meno, tendenzialmente riducendo anche lo stringente requisito di elevatissima affidabilità dei componenti spaziali. Quando le missioni costavano un miliardo, era inevitabile insistere su tecnologie più che consolidate, a scapito dell’innovazione. Come fortemente sottolineto da Mauro Varetti, CEO dell’aggressiva startup torinese 3D-NT, le tecniche additive, abbattendo i costi, apriranno il settore aerospaziale alla sperimentazione, senza venir meno ai requisiti di affidabilità, in particolare quando le missioni includono esseri umani. Tutto questo, ovviamente, non sarebbe forse nemmeno immaginabile, se Elon Musk non avesse abbattuto il costo dei lanci dallo standard dei 900 milioni, mantenuto — cartellisticamente — dalla United Launch Alliance per tanti anni, a 60 milioni, anche prima dell’avvento dei razzi interamente riutilizzabili. E, quando il processo di riutilizzo sarà consolidato, il costo di lancio si attesterà intorno ai 500 mila dollari.

Le potenzialità dell’additive manufacturing, per lo sviluppo dell’astronautica civile

Le potenzialità dell’AM sono ancora maggiori. Tendenzialmente la messa in orbita di satelliti potrebbe ridursi quasi a zero, almeno per la componente del lancio da terra.
Immaginiamo una serie di officine orbitali, che utilizzano materie prime lunari ed asteroidee, ridotte in polvere mediante impianti industriali, insediati ai poli lunari o nei punti di Lagrange. I disegni delle parti dei satelliti (o altro), potranno essere trasmessi da Terra: saranno le fabbriche 3D orbitali a produrli. I tecnici astronauti li assembleranno e, mediante opportuni veicoli interorbitali, li collocheranno a destinazione, prendendosi poi cura della manutenzione e del decommissioning, al termine del ciclo di vita. Sarà l’infrastruttura industriale spaziale a produrre, in prospettiva usando risorse extraterrestri. I satelliti potranno inoltre alleggerirsi dei sofisticati automatismi (molto costosi perchè devono sopravvivere al forte stress da vibrazione del lancio), oggi preposti al dispiegamento delle antenne e dei pannelli solari. Ovviamente, non appena gli imprenditori cominceranno a popolare lo spazio geolunare, insieme ai ricercatori, agli inventori ed ai tecnici, l’attività industriale non si limiterà ai componenti satellitari, ma si estenderà a tutti i settori che sostengono la civiltà terrestre, e probabilmente molto altro, che fiorirà nella mente umana appena questa si troverà a pensare — in 3d! — fuori dal pozzo gravitazionale terrestre.

Il Presidente dell’ASI Prof. Roberto Battiston, in chiusura del workshop, ha voluto raccogliere, in un certo modo, la sfida di Space X e della NASA. Ha infatti ipotizzato che, grazie all’enorme riduzione del costo dei motori a razzo dovuta alle tecnologie additive, i razzi spendibili possano addirittura in futuro rivelarsi più convenienti, rispetto a quelli riutilizzabili. Quello che è certo è che potenti forze rinascimentali sono ormai lanciate: i razzi riutilizzabili di Space X, e le tecnologie di fabbricazione additiva. Entrambe queste forze stanno abbattando il muro, che sembrava invalicabile fino a poco tempo fa, dell’elevato costo del trasporto da terra all’orbita bassa. E questo, da qualsiasi parte lo si guardi, aprirà la frontiera alta a molte iniziative private imprenditoriali, di tipo industriale, turistico, di servizio.
Attività civili, astronautica civile, lo sviluppo della quale è una conditio sine qua non, per completare il rinascimento iniziato nel 1500!

Roberto Battiston – ASI
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Posted by ADRIANO AUTINO
Per un Rinascimento Industriale nello Spazio

Per un Rinascimento Industriale nello Spazio

Space Renaissance Industria

Space Renaissance Italia intende sviluppare attività di lobbying e promozione delle aziende associate, alle quali propone di essere protagoniste e fautrici del cambio di paradigma del programma spaziale: dall’esplorazione all’espansione, dal mercato captive delle agenzie spaziali governative e dell’industria aerospaziale tradizionale ad un vero mercato aperto, che permetta l’ingresso di molte imprese industriali e di servizi.

Un processo, questo, che è già iniziato, grazie ad Elon Musk, ed al suo programma di sviluppo di razzi interamente riutilizzabili, che abbatte di fatto il costo del trasporto terra-orbita di più di un ordine di grandezza, ed a Jeff Bezos, Robert Bigelow, Richard Branson, Jeff Greason e gli altri coraggiosi imprenditori che stanno scommettendo sull’astronautica civile.

Un polo italiano dell’astronautica civile

SR Italia intende, con l’aiuto dei propri associati, delle aziende protagoniste del cambiamento rivoluzionario che è in atto, sollecitare il supporto politico e finanziario da parte di investitori sia pubblici che privati, con l’obiettivo di alimentare la crescita di un vero polo italiano dell’astronautica civile. E, mediante opportune iniziative di outreach ed education, intendiamo sollecitare il consenso e la simpatia da parte dell’opinione pubblica in generale, spiegando bene che sono esattamente loro, in una parola la civiltà, gli “stakeholder”, i principali beneficiari della nostra iniziativa industriale.

I mestieri civili nello spazio

Siamo coscienti del fatto che, con il progredire dell’astronautica civile, sempre più mestieri terrestri “normali” andranno ad estendere le loro attività sulle stazioni, officine ed insediamenti orbitali e lagrangiani, nei villaggi lunari, negli hotel e negli stabilimenti industriali che popoleranno progressivamente l’orbita terrestre e lo spazio geo-lunare.

Quindi la nostra proposta non si rivolge soltanto ad aziende di progettazione e costruzione di sistemi spaziali, ma anche ad aziende commerciali capaci di guardare in alto ed avanti, ad esempio esperti di urbanistica, strutture alberghiere, organizzazioni sportive, ristoratori, istituzioni artistiche o dell’entertainment, pubblicitari, fornitori di servizi, ed industrie manifatturiere, pesanti o leggere, che possano trarre vantaggio da ambienti a gravità zero o a gravità ridotta, dalla enorme disponibilità di energia solare, dalla incredibile leggerezza strutturale delle infrastrutture spaziali nel vuoto, e dal costo bassissimo di qualsiasi trasporto, una volta fuori dal pozzo gravitazionale terrestre.

Il Rinascimento

Patria del Rinascimento iniziato nel 1500, l’Italia può essere oggi leader nello sviluppo dell’astronautica civile, la fase che completerà quel grande processo che dura ormai da cinque secoli. Parliamo in particolare di alcune tematiche di cui il nostro Paese detiene il miglior know-how, grazie al grande background umanista della nostra cultura nazionale.

La progettazione italiana può certamente dire la sua nella fase attuale di passaggio:

dal volo spaziale unicamente finalizzato all’esplorazione

al trasporto ed all’accoglienza di passeggeri civili nello spazio.

Sicuramente di grande interesse almeno le seguenti tematiche, su molte delle quali la ricerca aerospaziale italiana già detiene una posizione di leadership mondiale: architettura spaziale; 3d printing per la costruzione di habitat lunari e cislunari con l’utilizzo di risorse locali; sviluppo di veicoli di trasporto terra-orbita interamente riutilizzabili; piccoli lanciatori a basso costo; miglioramento delle tecniche di rientro in atmosfera; protezione della vita umana nello spazio; riduzione e riuso dei detriti spaziali; manovrabilità interorbitale; officine orbitali per il montaggio, collocazione e manutenzione di satelliti; lavori che possono essere svolti in modo più efficiente ed economico da tecnici specializzati in officine orbitali; riduzione del time to market dei motori e dei componenti essenziali dei sistemi di lancio; sistemi di produzione e fornitura di energia e carburante in orbita terrestre e spazio cislunare; eso-biologia, agricoltura e fattorie spaziali; cucina e gourmet spaziale; sistemi di sostentamento e protezione della vita umana e delle altre forme di vita animale e vegetale che porteremo con noi nello spazio extraterrestre.

Turismo Spaziale

La nostra penisola, da sempre meta del turismo mondiale per eccellenza, potrà arricchire la propria già grande offerta di opzioni turistiche sviluppando spazioporti ed infrastrutture di accoglienza e supporto per il turismo spaziale. L’ASI ha recentemente annunciato l’intenzione di costruire uno spazioporto in Italia, finalizzato al turismo spaziale ed al lancio di piccoli satelliti: SR Italia intende sostenere e promuovere pubblicamente tale programma, ed anche invitare le aziende associate a contribuire al suo sviluppo.

Lagrange Asteroid City

Per quanto riguarda i grandi indirizzi strategici, SR Italia promuove un programma coerente di espansione ed industrializzazione nello spazio geo-lunare. Un concetto che può ispirare iniziative di approfondimento progettuali, sociologiche, economiche ed artistiche è quello di una città scavata dentro un asteroide portato in un punto di Lagrange geo-lunare, e cui sia impressa la rotazione, per lo sviluppo di attività industriali nello spazio cislunare.

Supporto alla vita nello spazio

Lo sviluppo dell’astronautica civile implica un cambio totale di approccio, rispetto al precedente paradigma dell’esplorazione condotta da astronauti addestrati militarmente. Trasportare ed ospitare passeggeri civili nello spazio richiede lo sviluppo di alcune ricerche essenziali, al fine di salvaguardare la vita e la salute dei viaggiatori e dei migranti spaziali. Il nostro paese ha da sempre dimostrato la maggior attenzione umanista verso le persone, la salute, il loro benessere non solo fisico ma anche emozionale, affettivo, sociale. Ne sono prova il sistema sanitario tra i migliori del mondo, la cucina migliore del mondo, le grandi organizzazioni umanitarie, nate e sviluppate a partire dal nostro Paese, per non parlare della qualità della nostra ricerca medica, contro malattie tremende. Nessuno meglio dell’Italia può candidarsi ad affrontare e vincere le sfide principali che ci stanno di fronte, in un programma di espansione spaziale: la protezione dalle radiazioni cosmiche e dall’impatto di micrometeoriti e la gravità artificiale, l’utilizzo oculato delle sia pure abbondanti risorse spaziali, soprattutto per minimizzare la proliferazione dei detriti, sviluppando tecniche e metodologie di decommissioning, recupero e riutilizzo delle infrastrutture obsolete. Space Renaissance promuove in tutto il mondo, ed in particolare nel nostro Paese, la ricerca eso-biologica per la soluzione di questi problemi, ed anche per sviluppare tecniche di coltivazione, sia a fini alimentari sia di più efficiente produzione di ossigeno, acqua ed elementi di supporto alla vita in generale.

Obiettivi

Porteremo quindi la nostra iniziativa in tutti gli ambienti e le istituzioni presso le quali il nostro discorso può o potrà o dovrà avere rilevanza nel presente e nell’immediato futuro. Almeno nei seguenti ambiti: agenzie spaziali, ministeri, unioni industriali, camere di commercio, sindacati, fondazioni bancarie, enti promotori di venture capitalism, fondi di investimento e finanziamento industriale.

La nostra strategia

Space Renaissance Italia è un’associazione culturale non a scopo di lucro,  unione spontanea di persone sensibili allo sviluppo ed alla concreta sperimentazione di una filosofia del mondo aperto, ovvero comprensiva della Terra e dell’intero Sistema Solare. SR Italia è un’organizzazione astronautico-umanistica, dedicata ad ampliare la consapevolezza che l’espansione umana nello spazio è fondamentale per la sostenibilità della civiltà attuale e la sua indispensabile crescita, ma soprattutto  per la sopravvivenza della vita stessa. Space Renaissance Italia, chapter italiano dell’associazione interanzionale Space Renaissance International (https://spacerenaissance.org), intende stimolare il sistema Italia per innescare un cambiamento nella percezione politica nazionale nei confronti dei viaggi spaziali e dell’utilizzo delle risorse spaziali, al fine di ottenere un incremento sostanziale degli investimenti nelle attività spaziali umane e una focalizzazione di tali investimenti su azioni concrete orientate all’espansione della civiltà nello spazio

Il programma strategico di SR Italia si focalizza fortemente sulle aziende del comparto aerospaziale e dell’astronautica civile, alle quali proponiamo la corporate membership: insieme avremo più forza, per sviluppare i nostri obiettivi ed ideali condivisi, assicurando al  nostro Paese il posto di leader che gli compete nello sviluppo dell’astronautica civile.

L’iscrizione aziendale a Space Renaissance Italia da’ diritto, fra l’altro, a quanto segue:

  • lo status di Soci di Space Renaissance Italia per l’anno 2016per l’azienda e per tre persone (soci o dipendenti dell’azienda)
  • logo e breve presentazione dell’azienda sulla pagina Aziende del sito di SR Italia (“Space Renaissance Industry”, in corso di allestimento)
  • coinvolgimento prioritario nell’organizzazione di eventi ed iniziative pubbliche e nella preparazione di seminari e momenti formativi
  • canale preferenziale con gli studenti della Sezione Giovani “SR Pioneers”, delle università con le quali collaboriamo, per organizzazione di stage e lavori di tesi di laurea
  • diversi benefit esclusivi, riservati ai Soci di Space Renaissance Italia da parte di strutture, aziende e fornitori di servizi convenzionati
  • specifiche attività di lobbying, presso le maggiori agenzie spaziali europee e, grazie a Space Renaissance International presso agenzie spaziali di altri Paesi, inclusa la NASA

contatti: adriano.autino@spacerenaissance.it +39 335 8244435

Posted by ADRIANO AUTINO