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Per un Rinascimento Industriale nello Spazio

Per un Rinascimento Industriale nello Spazio

Space Renaissance Industria

Space Renaissance Italia intende sviluppare attività di lobbying e promozione delle aziende associate, alle quali propone di essere protagoniste e fautrici del cambio di paradigma del programma spaziale: dall’esplorazione all’espansione, dal mercato captive delle agenzie spaziali governative e dell’industria aerospaziale tradizionale ad un vero mercato aperto, che permetta l’ingresso di molte imprese industriali e di servizi.

Un processo, questo, che è già iniziato, grazie ad Elon Musk, ed al suo programma di sviluppo di razzi interamente riutilizzabili, che abbatte di fatto il costo del trasporto terra-orbita di più di un ordine di grandezza, ed a Jeff Bezos, Robert Bigelow, Richard Branson, Jeff Greason e gli altri coraggiosi imprenditori che stanno scommettendo sull’astronautica civile.

Un polo italiano dell’astronautica civile

SR Italia intende, con l’aiuto dei propri associati, delle aziende protagoniste del cambiamento rivoluzionario che è in atto, sollecitare il supporto politico e finanziario da parte di investitori sia pubblici che privati, con l’obiettivo di alimentare la crescita di un vero polo italiano dell’astronautica civile. E, mediante opportune iniziative di outreach ed education, intendiamo sollecitare il consenso e la simpatia da parte dell’opinione pubblica in generale, spiegando bene che sono esattamente loro, in una parola la civiltà, gli “stakeholder”, i principali beneficiari della nostra iniziativa industriale.

I mestieri civili nello spazio

Siamo coscienti del fatto che, con il progredire dell’astronautica civile, sempre più mestieri terrestri “normali” andranno ad estendere le loro attività sulle stazioni, officine ed insediamenti orbitali e lagrangiani, nei villaggi lunari, negli hotel e negli stabilimenti industriali che popoleranno progressivamente l’orbita terrestre e lo spazio geo-lunare.

Quindi la nostra proposta non si rivolge soltanto ad aziende di progettazione e costruzione di sistemi spaziali, ma anche ad aziende commerciali capaci di guardare in alto ed avanti, ad esempio esperti di urbanistica, strutture alberghiere, organizzazioni sportive, ristoratori, istituzioni artistiche o dell’entertainment, pubblicitari, fornitori di servizi, ed industrie manifatturiere, pesanti o leggere, che possano trarre vantaggio da ambienti a gravità zero o a gravità ridotta, dalla enorme disponibilità di energia solare, dalla incredibile leggerezza strutturale delle infrastrutture spaziali nel vuoto, e dal costo bassissimo di qualsiasi trasporto, una volta fuori dal pozzo gravitazionale terrestre.

Il Rinascimento

Patria del Rinascimento iniziato nel 1500, l’Italia può essere oggi leader nello sviluppo dell’astronautica civile, la fase che completerà quel grande processo che dura ormai da cinque secoli. Parliamo in particolare di alcune tematiche di cui il nostro Paese detiene il miglior know-how, grazie al grande background umanista della nostra cultura nazionale.

La progettazione italiana può certamente dire la sua nella fase attuale di passaggio:

dal volo spaziale unicamente finalizzato all’esplorazione

al trasporto ed all’accoglienza di passeggeri civili nello spazio.

Sicuramente di grande interesse almeno le seguenti tematiche, su molte delle quali la ricerca aerospaziale italiana già detiene una posizione di leadership mondiale: architettura spaziale; 3d printing per la costruzione di habitat lunari e cislunari con l’utilizzo di risorse locali; sviluppo di veicoli di trasporto terra-orbita interamente riutilizzabili; piccoli lanciatori a basso costo; miglioramento delle tecniche di rientro in atmosfera; protezione della vita umana nello spazio; riduzione e riuso dei detriti spaziali; manovrabilità interorbitale; officine orbitali per il montaggio, collocazione e manutenzione di satelliti; lavori che possono essere svolti in modo più efficiente ed economico da tecnici specializzati in officine orbitali; riduzione del time to market dei motori e dei componenti essenziali dei sistemi di lancio; sistemi di produzione e fornitura di energia e carburante in orbita terrestre e spazio cislunare; eso-biologia, agricoltura e fattorie spaziali; cucina e gourmet spaziale; sistemi di sostentamento e protezione della vita umana e delle altre forme di vita animale e vegetale che porteremo con noi nello spazio extraterrestre.

Turismo Spaziale

La nostra penisola, da sempre meta del turismo mondiale per eccellenza, potrà arricchire la propria già grande offerta di opzioni turistiche sviluppando spazioporti ed infrastrutture di accoglienza e supporto per il turismo spaziale. L’ASI ha recentemente annunciato l’intenzione di costruire uno spazioporto in Italia, finalizzato al turismo spaziale ed al lancio di piccoli satelliti: SR Italia intende sostenere e promuovere pubblicamente tale programma, ed anche invitare le aziende associate a contribuire al suo sviluppo.

Lagrange Asteroid City

Per quanto riguarda i grandi indirizzi strategici, SR Italia promuove un programma coerente di espansione ed industrializzazione nello spazio geo-lunare. Un concetto che può ispirare iniziative di approfondimento progettuali, sociologiche, economiche ed artistiche è quello di una città scavata dentro un asteroide portato in un punto di Lagrange geo-lunare, e cui sia impressa la rotazione, per lo sviluppo di attività industriali nello spazio cislunare.

Supporto alla vita nello spazio

Lo sviluppo dell’astronautica civile implica un cambio totale di approccio, rispetto al precedente paradigma dell’esplorazione condotta da astronauti addestrati militarmente. Trasportare ed ospitare passeggeri civili nello spazio richiede lo sviluppo di alcune ricerche essenziali, al fine di salvaguardare la vita e la salute dei viaggiatori e dei migranti spaziali. Il nostro paese ha da sempre dimostrato la maggior attenzione umanista verso le persone, la salute, il loro benessere non solo fisico ma anche emozionale, affettivo, sociale. Ne sono prova il sistema sanitario tra i migliori del mondo, la cucina migliore del mondo, le grandi organizzazioni umanitarie, nate e sviluppate a partire dal nostro Paese, per non parlare della qualità della nostra ricerca medica, contro malattie tremende. Nessuno meglio dell’Italia può candidarsi ad affrontare e vincere le sfide principali che ci stanno di fronte, in un programma di espansione spaziale: la protezione dalle radiazioni cosmiche e dall’impatto di micrometeoriti e la gravità artificiale, l’utilizzo oculato delle sia pure abbondanti risorse spaziali, soprattutto per minimizzare la proliferazione dei detriti, sviluppando tecniche e metodologie di decommissioning, recupero e riutilizzo delle infrastrutture obsolete. Space Renaissance promuove in tutto il mondo, ed in particolare nel nostro Paese, la ricerca eso-biologica per la soluzione di questi problemi, ed anche per sviluppare tecniche di coltivazione, sia a fini alimentari sia di più efficiente produzione di ossigeno, acqua ed elementi di supporto alla vita in generale.

Obiettivi

Porteremo quindi la nostra iniziativa in tutti gli ambienti e le istituzioni presso le quali il nostro discorso può o potrà o dovrà avere rilevanza nel presente e nell’immediato futuro. Almeno nei seguenti ambiti: agenzie spaziali, ministeri, unioni industriali, camere di commercio, sindacati, fondazioni bancarie, enti promotori di venture capitalism, fondi di investimento e finanziamento industriale.

La nostra strategia

Space Renaissance Italia è un’associazione culturale non a scopo di lucro,  unione spontanea di persone sensibili allo sviluppo ed alla concreta sperimentazione di una filosofia del mondo aperto, ovvero comprensiva della Terra e dell’intero Sistema Solare. SR Italia è un’organizzazione astronautico-umanistica, dedicata ad ampliare la consapevolezza che l’espansione umana nello spazio è fondamentale per la sostenibilità della civiltà attuale e la sua indispensabile crescita, ma soprattutto  per la sopravvivenza della vita stessa. Space Renaissance Italia, chapter italiano dell’associazione interanzionale Space Renaissance International (https://spacerenaissance.org), intende stimolare il sistema Italia per innescare un cambiamento nella percezione politica nazionale nei confronti dei viaggi spaziali e dell’utilizzo delle risorse spaziali, al fine di ottenere un incremento sostanziale degli investimenti nelle attività spaziali umane e una focalizzazione di tali investimenti su azioni concrete orientate all’espansione della civiltà nello spazio

Il programma strategico di SR Italia si focalizza fortemente sulle aziende del comparto aerospaziale e dell’astronautica civile, alle quali proponiamo la corporate membership: insieme avremo più forza, per sviluppare i nostri obiettivi ed ideali condivisi, assicurando al  nostro Paese il posto di leader che gli compete nello sviluppo dell’astronautica civile.

L’iscrizione aziendale a Space Renaissance Italia da’ diritto, fra l’altro, a quanto segue:

  • lo status di Soci di Space Renaissance Italia per l’anno 2016per l’azienda e per tre persone (soci o dipendenti dell’azienda)
  • logo e breve presentazione dell’azienda sulla pagina Aziende del sito di SR Italia (“Space Renaissance Industry”, in corso di allestimento)
  • coinvolgimento prioritario nell’organizzazione di eventi ed iniziative pubbliche e nella preparazione di seminari e momenti formativi
  • canale preferenziale con gli studenti della Sezione Giovani “SR Pioneers”, delle università con le quali collaboriamo, per organizzazione di stage e lavori di tesi di laurea
  • diversi benefit esclusivi, riservati ai Soci di Space Renaissance Italia da parte di strutture, aziende e fornitori di servizi convenzionati
  • specifiche attività di lobbying, presso le maggiori agenzie spaziali europee e, grazie a Space Renaissance International presso agenzie spaziali di altri Paesi, inclusa la NASA

contatti: adriano.autino@spacerenaissance.it +39 335 8244435

Posted by ADRIANO AUTINO
Il Rinascimento Spaziale sta sbocciando in tutto il Mondo!

Il Rinascimento Spaziale sta sbocciando in tutto il Mondo!

Forse vi siete chiesti perchè sia nata una associazione come Space Renaissance, e quale sia la sua utilità… Ebbene, come dicono spesso gli Americani, c’è del metodo nella nostra follia! 🙂

Ci sono le Agenzie Spaziali, e ci sono, per la maggior parte negli Stati Uniti, anche molte associazioni che svolgono attività di divulgazione e di lobbying, promuovendo l’esplorazione spaziale e le attività umane nello spazio. Anche in Europa ed in Italia sono nate negli ultimi anni associazioni che hanno, nella loro mission, la diffusione di notize relative all’astronautica. Ad esempio le recenti notizie che riguardano il grande successo di Space X nel riportare a terra, pronti per il riuso, gli stadi dei lanciatori orbitali. È vergognoso che i nostri media ne abbiano parlato poco o molto marginalmente. E qui cominciamo ad entrare nel merito della domanda iniziale: a cosa serve Space Renaissance. Space Renaissance International (per gli amici SRI) è un’associazione che promuove l’espansione umana nello spazio, e fin qui la nostra associazione non è diversa da tante altre. Ma andiamo avanti: SRI è un’associazione filosofica, e qui il campo si restringe notevolmente, infatti si possono contare sulle dita di una mano le associazioni, o per meglio dire gli istituti, che nel mondo si occupano di filosofia dell’era spaziale. Kepler Space Institute (Stati Uniti), pubblica più o meno annualmente il Journal of Space Philosophy, un volume che raccoglie scritti di una trentina di autori (tra i quali il sottoscritto). L’Astrosociology Research Institute studia le interazioni tra l’esplorazione spaziale e la società, i comportamenti, lo sviluppo. Altri manifesti filosofici ed umanistici sono stati pubblicati da comunità come “100 Years Starship”,  “Icarus International” ed il programma SETI (Search for Extra Terrestrial Intelligence). Ma queste associazioni concentrano maggiormente la loro ricerca sulle tecnologie avanzate e non sulle filosofie motivanti dello spazio. Stephen Ashworth, un filosofo astro-umanista inglese, ha elaborato diversi concetti fondamentali dell’umanesimo astronautico, e distribuisce un’interessante newsletter periodica, nella quale analizza eventi spaziali e non, dal punto di vista socio-evolutivo. Come abbiamo visto, le risorse sono limitate, ed il campo della filosofia spaziale sta iniziando solo ora ad emergere.

Noi intendiamo coniugare la indispensabile elaborazione filosofica con operazioni concrete, che stimolino la riflessione autonoma da parte della popolazione, in merito al futuro della civiltà, ai rischi enormi cui stiamo andando incontro, a cosa non si è ancora fatto e si sarebbe dovuto fare già da tempo, e la cui realizzazione è quindi ormai estremamente urgente. Si comincia a delineare, a questo punto, la specificità e l’utilità di Space Renaissance. Perchè queste cose le diciamo noi, e non altri? Questo perché noi guardiamo la rinascita tecnologica e umanistica che è sbocciata negli ultimi 100 anni. Il che ci permette anche di fare un passo indietro, rispetto ai dettagli dei diversi progetti, per analizzare lo stato della civiltà dal nostro punto di vista umanista. E nel nostro umanesimo includiamo la responsabilità in primo luogo verso la nostra specie — sette miliardi e mezzo di persone–, ma anche verso le altre specie senzienti con le quali condividiamo questo pianeta, dotate di minori strumenti  intellettivi e culturali.

Ma oggi non vogliamo sviluppare il discorso filosofico, solo attirare la vostra attenzione su alcune peculiarità normalmente poco “attenzionate”, per usare un neologismo piuttosto in voga. Il concetto umanista, che muove dall’interesse e dai diritti di tutti gli umani viventi e della loro progenie, ci porta a sostenere che l’umanità ha un disperato bisogno di espandersi nello spazio, e non solo di esplorarlo, se vogliamo evitare un olocausto di proporzioni gigantesche.

La visione di un mondo più equo ed inclusivo, basato sullo spazio, non è isolata in se stessa; include anzi molte proposte, caratteristiche e problematiche. L’information technology spaziale, fra l’orbita bassa (LEO) e l’orbita geo-stazionaria (GEO), ha dato il suo contributo fondamentale allo sviluppo della rete globale, per la soluzione dei problemi sociali ed ambientali globali, ed a sostegno dello sviluppo globale su larga scala. In un altro numero delle nostre newsletter discuteremo l’evoluzione — ormai in grave ritardo — dell’infrastruttura orbitale commerciale non abitata in una infrastruttura presidiata ed abitata, in grado di garantire la necessaria manutenzione, il recupero ed il riutilizzo dell’enorme quantità detriti spaziali orbitali.

È sempre la nostra visione umanista, per entrare ancor più nel concreto, che ci porta a formulare un programma di espansione “morbido”, che consenta ai migranti terrestri di diventare spaziali senza che la loro fisiologia debba cambiare radicalmente nel giro di poche generazioni. Questo significa porsi seriamente due problemi: gravità artificiale, e protezione dalle radiazioni solari dure, che nello spazio ci investono senza lo schermo protettivo costituito dall’atmosfera terrestre e delle fascie di Van Allen. Sono proprio queste ultime che proteggono gli astronauti in orbita bassa, dove viaggia la ISS. Ma già andare sulla Luna, per non parlare di Marte, comporta la necessità di uno schermo protettivo molto più robusto. Perchè, dopo 55 anni dal primo volo umano in orbita, ancora non sono stati ancora affrontati questi problemi fondamentali? Semplice: perchè nessuno si è ancora posto, seriamente, il problema del trasporto di passeggeri civili nello spazio. Una visione fiduciosa nei confronti delle agenzie spaziale ci comunica che stanno facendo tutto quanto possibile, e che se alcuni problemi non sono ancora stati risolti significa che la nostra scienza non è ancora arrivata fino  a lì. Ma è proprio vero? Porsi questa domanda non significa affatto denigrare il lavoro di tanti onesti ricercatori, che si dedicano con amore e dedizione al loro lavoro, conseguendo risultati eccellenti. Poichè a quegli scienziati viene chiesto di sviluppare determinati studi e ricerche anzichè altre, noi chiediamo: la visione strategica delle agenzie, e dei governi che le istituiscono, è sufficientemente basata su una concezione umanista?

La risposta purtroppo deve ancora essere: solo parzialmente. I veicoli spaziali vengono ancora disegnati essenzialmente avendo in mente degli astronauti che sono piloti militari, specificamente addestrati per anni. Voi ed io non potremmo volare oggi sulla Sojuz, ieri sullo Space Shuttle, così come prendiamo un volo di linea. Non sopporteremmo le accelerazioni, le condizioni di vita di bordo, ed altro cui non siamo preparati. Denis Tito e gli altri pochi turisti civili che hanno volato sulla ISS hanno subito lo stesso addestramento, durato parecchi mesi, compiuto dai piloti militari. Ma, quel che più conta, hanno firmato una liberatoria totale che sgrava le agenzie da qualsiasi responsabilità!  Diverse aziende del settore del turismo spaziale si sono invece poste il problema, e quando inizieranno i voli commerciali, sia pure a quota suborbitale, i passeggeri potranno volare in condizioni di comfort, e di responsabilità legale, simili a quelle di un volo di linea. Certo, a 100 km di quota non c’è il problema delle radiazioni, e si tratta di restare in condizioni di assenza di peso per pochi minuti, cosa divertente che non produce alcun danno fisiologico. Tuttavia i primi tentativi di turismo suborbitale rappresentano l’inizio del cambio di paradigma necessario, dal volo spaziale militare a quello civile. Anche il costo delle missioni spaziali è stato un fattore determinante, sino ad oggi, per tenere la frontiera alta ben chiusa ai privati, mantenendola soggetta all’esclusivo controllo governativo. Su questo versante Elon Musk sta operando una vera rivoluzione: riportando a terra tutti gli stadi dei lanciatori si permette il riuso dei motori, con un abbattimento drastico del costo del trasporto terra-orbita.

Per tornare al problema principale, la protezione della vita e della salute umana nello spazio, al di fuori dello scudo protettivo terrestre, si tratta quindi si ottenere condizioni di gravità di 1 G, pari a quella terrestre, e di essere totalmente schermati dalle radiazioni dure, sia quelle solari sia quelle cosmiche (provenienti dalle supernove https://www.corriere.it/scienze/13_maggio_31/marte-radiazioni-troppo-forti-viaggio-astronauti_a413cd54-c9f5-11e2-983e-24267407b94e.shtml). Anche nell’ambito di quello che chiamerò, per comodità, il movimento espansionista, sentiamo dibattere intorno alla priorità di colonizzare la Luna piuttosto che Marte. Ma ambedue queste ipotesi non tengono conto dei problemi menzionati. Sulla Luna potremmo proteggerci dalle radiazioni abitando nel sottosuolo, magari utilizzando i tubi lavici, caverne pronte per essere attrezzate ed abitate. Ma resterebbe il problema della gravità, pari ad un sesto di quella terrestre. Marte offre una gravità pari ad un terzo di quella terrestre, pur sempre notevolmente inferiore a quella cui siamo abituati. Su entrambi i mondi i migranti sarebbero dei superman, per qualche anno, ma poi non sarebbero più in grado di camminare sulla superficie terrestre, e quindi condannati a non tornare mai in patria, se non per brevi “vacanze”… su una sedia a rotelle!

Fin dal primo congresso internazionale di SRI, nel 2011, abbiamo cominciato a lavorare ad una soluzione umanista per la vita umana nello spazio. Gerard O’Neill ne aveva scritto e disegnato già negli anni 70 del secolo scorso: grandi colonie torodiali rotanti, collocate nei punti di librazione di Lagrange, dove gli oggetti possono risiedere stabilmente, senza la necessità di correzione di assetto. Un concetto ripreso nel film Elysium, di Neill Blomkamp, del 2013. Ma, se questo risolve il problema della gravità artificiale, non risolve quello della protezione dalle radiazioni. Si potrebbe allora catturare un asteroide, di quelli la cui orbita passa in modo inquietante vicina al nostro pianeta, portarlo ad esempio in L5, scavarlo all’interno, ricavandone tra l’altro enormi quantità di materie prime, ossigeno, materiali da costruzione, e “terraformarlo all’interno”. Un’impresa che coinvolge saperi scientifici e tecnologici a vastissimo raggio, oltre alle scienze spaziali: architettura, ingegneria civile, sociologia, economia, psicologia, biologia, agricoltura, … Tutte discipline cui potremo aggiungere il prefisso “eso”.

Su tutto questo, di importanza vitale per l’umanità e per il nostro paese, che ha un estremo bisogno di nuove linee di sviluppo industriale, si sviluppa forse una discussione pubblica? No! Al Salone del Libro di Torino, che si chiude domani, parlano tutti, da Checco Zalone a Ligabue, a De Gregory… Il vostro affezionato, insieme ad Alberto Cavallo, ha parlato grazie all’ospitalità del Quotidiano Piemontese e di Vittorio Pasteris suo direttore, che ci ha accolti nel suo stand. Ma senza alcuna pubblicità, in uno spazio molto angusto, senza amplificazione… Ma non avremmo da dire cose molto più utili ed interessanti, senza nulla togliere a Checco o Ligabue??!

Su questi temi, di importanza vitale per l’umanità e per il nostro Paese, che ha un disperato bisogno di nuove linee di sviluppo industriale, dovrebbe nascere velocemente un grande dibattito pubblico. Il governo dovrebbe adottare politiche di sostegno alla nuova industria astronautica civile, promuovere vertici internazionali, simili ai meeting tenutisi di recente per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Le questioni ambientali hanno impiegato 45 anni, dal momento della prima pubblicazione dei supposti “Limiti dello sviluppo”, da parte del Club di Roma di, ad attirare l’attenzione della leadership politica … ma noi non ce li abbiamo 40 anni! La civiltà ha bisogno di dare il via ad una vera e propria espansione internazionale nello spazio prima del 2025, se vogliamo evitare l’implosione economica e l’ulteriore generazione di conflitti ed aggressioni. Quindi dobbiamo dare vita ad un grande movimento pro-spazio, per sviluppare la cooperazione in tutto il mondo, per sviluppare attività politiche e di lobbying, e diffondere a tutti i livelli della società queste proposte, vitali per tutti i terrestri!

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Posted by ADRIANO AUTINO
Credi nel rinascimento spaziale? Allora aderisci a Space Renaissance!

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Crollo della civiltà occidentale – Ormai gli esperti di economia e di relazioni internazionali parlano apertamente di crollo dell’Occidente, e si spingono a prevedere anche la data: il quinquiennio 2025 – 2030, definito come “molto critico”. Si veda ad esempio questo rapporto di previsione della US National Intelligence Council sul 2025: Global Trends 2025 (vedi link in calce).

Il quadro, piuttosto completo, copre vari argomenti: lo sviluppo di una società multipolare, la continua crescita della popolazione, le risorse sempre più limitate a tutti i livelli, ed il notevole rischio di proliferazione dei conflitti, comprese le significative preoccupazioni per la diffusione di armi nucleari. All’interno del periodo considerato una serie di nodi verranno al pettine, o, per dirla semplicemente, un conflitto globale potrebbe esplodere, con risultati insostenibili e strascichi distruttivi a lungo termine. Dopo la caduta dei muri, durante l’ultimo quarto del secolo scorso, non si è stabilito nessun tipo di nuovo ordine mondiale. L’Occidente appare incapace di affrontare il continuo declino della sicurezza, la minaccia del terrorismo, malattia endemica della cosiddetta epoca postmoderna, e non è in grado di proteggere i suoi cittadini, per non parlare di strappare le nuove generazioni all’influenza primitiva della violenza. Caduti o traballanti alcuni regimi dittatoriali del Medio Oriente e del Nord Africa, l’occidente non è riuscito peraltro a proporre ulteriori reiterazioni del modello sociale democratico, che molto potrebbe contribuire alla stabilità globale, allo sviluppo ed alla pace nel mondo.

Guerra, “igiene del mondo?” – Guardando al passato, è giudizio pressochè unanime che, quando la società si è trovata in uno stato stagnante o in declino, il progresso è stato “risvegliato” dalla guerra: shock, scossone, trauma rigeneratore, o anche “igiene del mondo “, come fu definita dal Futurismo di Marinetti nel 1909.

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La fase storica che stiamo attraversando potrebbe essere riferita dagli storici futuri — se ce ne saranno — con l’espressione “declino della civiltà occidentale”, e potrebbe trovare il suo epilogo in un terribile conflitto generalizzato. Tale declino potrebbe essere in parte bilanciato dallo sviluppo collaborativo dei paesi emergenti dell’Est, Cina, Asia e Russia. Tuttavia questo potenziale viene già notevolmente frenato dalla limitatezza delle risorse globali, e fortemente ostacolato dalla filosofia ancora dominante, che vede il nostro mondo come un ambiente chiuso. Anche se la guerra fosse ancora considerata eticamente accettabile, se mai lo è stata, non sembra essere comunque uno “strumento” utile nel mondo d’oggi, per diverse ragioni.

Non ci sono più le guerre di una volta, che venivano dichiarate, tra stati, venivano combattute tra eserciti, distruggendo risorse, e terminavano, innescando nuove fasi di sviluppo. Le guerre odierne hanno carattere di guerriglia eterna ed estenuante, sono guerre di attrito a lungo termine, alimentate anche da disordini etnici e culturali, avventurismo politico, terrorismo ed attentati contro la popolazione civile. Le guerre odierne sono endemiche e deprimenti, e colpiscono le attività economiche essenziali, i viaggi, il turismo, l’economia e lo sviluppo in generale. Una crisi verticale, economica e militare, della società globale potrebbe anche essere l’ultima, vale a dire portare ad una tragica implosione definitiva della civiltà: sarebbe infatti la prima volta che una civiltà (globalizzata!) va in crisi senza che ve ne sia un’altra a raccogliere il testimone. Ecco perché non possiamo rassegnarci ad un supposto “male inevitabile”, febbre o medicina amara, che prelude alla guarigione: perché molto probabilmente non vi sarebbe alcuna guarigione, e la nostra specie potrebbe regredire ad uno stato antropologico pre-culturale oppure, ben più tragicamente, ad uno stato post-culturale senza speranza.

Sul piano puramente economico, considerando il disperato bisogno di allocare immense risorse per progetti essenziali di sviluppo su grande scala, la civiltà nel suo complesso non può permettersi di spendere la maggior parte dei bilanci nazionali in armamenti e, in generale, di investire in un riarmo altamente improduttivo ed inutilizzabile. Ultimo, ma non per importanza, essendo enormemente cresciuto il potenziale distruttivo degli armamenti, in particolare nucleari, non è affatto sopito — benché l’argomento forse non sia più di moda, il pericolo di autodistruzione totale della civiltà.

Quindi, in estrema sintesi: la guerra non ci piace, non possiamo permettercela, inoltre non serve allo scopo. Anzi, è ormai al 100% controproducente. Un cambio deciso di strategie è quindi ormai molto più che urgente: quando si constata che la direzione in cui si sta andando ci porta al disastro, bisogna cambiare direzione il prima possibile, ed innescare una stagione di nuovo vigoroso sviluppo, che rilanci e ridia speranza alle aspirazioni di crescita sociale: un nuovo rinascimento.

Un grande trauma foriero di nuovi concetti globali – Per innescare un nuovo rinascimento e’ necessario un grande trauma, e lo sviluppo di molti concetti leader a livello mondiale… ma abbiamo già visto che non può essere una guerra. Potendo scegliere, e non si vede perché non si dovrebbe poter scegliere, optiamo per un trauma positivo, che porti entusiasmo, gioia e nuove opportunità, e non morte e distruzione. Proponiamo una nuova prospettiva, una maggiore comprensione e compassione umana, orizzonti di alto profilo, di progressiva e vasta portata,nuova linfa alla democrazia, e non carne da cannone alla tirannide, orizzonti di libertà, e non lo squallore ed il fango della miseria. E sarebbe inutile invocare la stabilità, la democrazia, la libertà, lo sviluppo e il benessere, senza la dignità che viene dal lavoro: senza nuovo sviluppo industriale, nulla potrà fermare l’Armageddon. Le rivoluzioni più feconde, infatti, sono state quelle industriali. E l’unica rivoluzione industriale possibile, di enorme rilevanza e potenzialità, è lo sviluppo dell’astronautica civile, dall’orbita bassa terrestre allo spazio cislunare.

Tutti i vettori di progresso ormai puntano verso l’alto: non c’è spazio sufficiente per nuove industrie di trasporto terrestri, pur suscettibili di miglioramento, e dovremo rassegnarci al declino della civiltà del petrolio, alla quale ancora siamo legati. Non sfugge a nessuno, infatti, che la crisi è iniziata nel 2008 con i prezzi del petrolio alle stelle, e che conosce oggi una recrudescenza con il calo dei prezzi del petrolio, fattore di deflazione e quindi di nuova recessione globale. La nuova urbanistica deve giocoforza ispirarsi al lavoro dei nostri pensatori e scienziati più avanzati. In particolare ci riferiamo a pensatori illuminati del Ventesimo Secolo, come Gerard O’Neill e Krafft Ehricke, che hanno preconizzato l’espansione dell’umanità all’orbita terrestre, alla Luna, allo spazio cislunare, agli asteroidi vicini alla Terra… La scienza dovrà guardare alle stelle, non più come un cielo lontano, soltanto da osservare, ma come un contesto a tre dimensioni in cui siamo immersi, e nel quale dobbiamo imparare a navigare ed abitare. Che i nostri figli e nipoti abitino le stelle, oppure tra i rifiuti e nel degrado delle bidonville, dipende da noi, oggi. Noi, sette miliardi e mezzo di cittadini del pianeta Terra. Noi, che abbiamo ancora la facoltà di decidere se destinare le nostre tasse ed i nostri investimenti per la guerra, la morte e la distruzione, oppure verso lo spazio, le opportunità, la vita ed il rinascimento imminente.

Il programma di catturare un asteroide e portarlo in L5 – Pensando a shock positivi, a grandi progetti, di dimensioni paragonabili alla costruzione delle piramidi egizie, farebbero al caso nostro, ad esempio, una serie di programmi tendenti a sviluppare l’infrastruttura nella magnetosfera terrestre: catturare un asteroide, portarlo in L5, trasformarlo in un grande habitat rotante, dotato quindi di gravità artificiale; sviluppare un grande insediamento lunare destinato alla ricerca scientifica ed al turismo; dare grande impulso allo sviluppo di veicoli terra orbita a basso costo; promuovere politiche fiscali favorevoli alle aziende del comparto dell’astronautica civile; sviluppare infrastrutture per turismo orbitale e lunare. Da tale infrastruttura potranno poi partire le nuove missioni esplorative verso Marte e la Cintura Asteroidea.

L’attenzione per lo sviluppo di un programma spaziale internazionale conferirà grande impulso ad un’agenda globale, contribuendo ad una visione del mondo aperto ed equo, essenziale per evitare le molte terribili minacce che abbiamo di fronte. L’avvio di tale dinamica progressiva potrà favorire finalmente lo sviluppo di veicoli terra-orbita a basso costo, completamente riutilizzabili e promuovere politiche fiscali favorevoli alle imprese del settore astronautico civile.

Dovremo affrontare il problema della direzione politica: sono necessarie leadership stabili, di alto profilo scientifico, tecnologico e culturale. Si vede ancora poco di tutto ciò, all’orizzonte, purtroppo. Ma diamoci da fare! Dipende da noi!

La Space Renaissance International e le sue sezioni nazionali hanno diverse iniziative ed eventi pubblici in agenda: la partecipazione al World Summit Umanitario di Istanbul a Maggio, un workshop sulla Lagrange City in L5, e su architetture nello spazio Cislunare ad ottobre 2016 a Roma, ed il Congresso Mondiale Space, Not War! nel 2017.

Vuoi aiutare? Credi in un rinascimento spaziale? Allora partecipa a Space Renaissance!
Ci rivolgiamo a tutti i ceti sociali ed a tutte le fedi laiche o religiose: unitevi a noi per sviluppare il paradigma originale del 21° secolo. E’ in corso la campagna di iscrizioni 2016 a Space Renaissance Italia: siamo al 19% dell’obiettivo. Per sviluppare le nostre iniziative abbiamo bisogno del vostro sostegno, non fatecelo mancare! Presto pubblicheremo il primo appello per la conferenza di ottobre a Roma, cui sara’ probabilmente abbinato un workshop aperto agli studenti di diverse discipline.

Ad Astra!
Adriano V. Autino, SRI, President

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Posted by ADRIANO AUTINO in Blog, Blog, News