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La rivoluzione in Egitto: nuova prova del rischio di implosione della civiltà?

Quanto sta accadendo in Egitto in questi giorni ci attanaglia e angoscia tutti; ma deve farci riflettere, ed anche al di là di quanto i media ci propongono in termini di fatti e di analisi politiche e sociali, sempre confinate nel contingente.

Vogliamo prendere spunto dall’articolo, apparso sulla prima pagina de La Repubblica di giovedì 8 agosto scorso, scritto da Ian Buruma ed intitolato “Se il mondo applaude il golpe in Egitto”.

L’articolo discute due casi politici simili, quello dell’Egitto e quello della Tailandia, Paesi in cui, in epoche diverse, cittadini istruiti, democratici e liberali hanno applaudito dei colpi di Stato militari contro dei governi democraticamente eletti. In Tailandia nel 2006 ed in Egitto nel luglio 2013, i leader eletti e poi destituiti manu militari, Thaksin Shinawatra e Mohamed Morsi, sono stati secondo l’analisi di Buruma dei democratici reazionari, tendenti a considerare la propria vittoria elettorale come un mandato assoluto, che avrebbe permesso loro di manomettere la Costituzione e comportarsi da despoti. Anche il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, asserisce ancora Buruma, “appartiene alla stessa specie”, così come probabilmente sarebbe stato per i leader del Fronte Islamico di Salvezza algerino (Fis) se nel 1991 fossero saliti al potere.

Senza volerci addentrare troppo nell’analisi dei processi politici discussi nell’articolo, dobbiamo però rilevare che, in tutti i casi analizzati, si tratta di Paesi che non hanno vissuto una vera rivoluzione industriale, e sono tuttavia pervasi, come del resto è logico aspettarsi — nel mondo della comunicazione e dell’informazione globale — da una diffusa aspirazione alla crescita sociale, nonché alla democrazia, intesa come stato di diritto dove i cittadini siano finalmente cittadini, e non sudditi. Tra l’aspirazione di cui sopra, certo già presente nei paesi occidentali ai tempi della grande rivoluzione borghese, e la democrazia, c’è però stato di mezzo quel vasto processo che va sotto il nome di rivoluzione industriale. Lo sviluppo industriale infatti, oggi tanto criticato ed enormemente sottovalutato in modi diversi da tutte le parti politiche, è stato nel bene e nel male la culla della democrazia, poiché ha permesso lo sviluppo di una vasta maggioranza di cittadini mediamente informati ed istruiti, capaci di orientarsi e di scegliere (e qui ovviamente vanno considerate tutte le eccezioni che purtroppo ben conosciamo!!) in modo laico e consapevole, senza farsi influenzare esageratamente da pensieri religiosi integralisti.

E’ questo aspetto, per noi essenziale, dello sviluppo industriale, che l’articolista evita di toccare, per perdersi quindi in ipotesi più o meno bizantine circa i possibili metodi per aggiungere il “sale” della democrazia a società che escono direttamente da regimi tribali, senza essere toccate da una rivoluzione industriale, dai sistemi di istruzione di massa, dalla sanità pubblica ne’ da quello che in occidente si chiama “welfare”. Si tratta quindi di un’analisi tutta interna e tutta ripiegata sulla politica contingente, e pertanto in grado di individuare forse qualche problema, ma non certo le possibili soluzioni.

Del resto i grandi processi sociali che attraversano le regioni africane e medio-orientali non sono certo dei processi isolati, ma si collocano in un percorso di sviluppo sociale, già teorizzato da oltre due secoli, che sta dando vita oggi ad un quadro mondiale sempre più caratterizzato da uno stato di decadimento/involuzione specie nella sua componente più avanzata. L’aumento della popolazione, la scarsezza delle risorse naturali e l’attuale incapacità dell’uomo di trovare nuovi stimoli o di indirizzarsi verso nuovi percorsi lasciano presagire una prospettiva macroscopicamente negativa: la probabile implosione della civiltà umana. La storia non si ripete mai esattamente, una riaffermazione oggi dei valori della rivoluzione borghese — libertà, uguaglianza delle opportunità, laicismo, l’ossigeno della democrazia — è possibile solo aprendo un nuovo orizzonte di sviluppo, il Rinascimento Spaziale. In fondo anche la prima rivoluzione borghese venne dopo il rinascimento e la scoperta del nuovo mondo…

Sul fronte industriale, se si guarda al ciclo di vita della diffusione delle grandi tecnologie, tipicamente caratterizzato da un periodo di 100-200 anni, ci si accorge che dopo le Età del Tessile e dei Canali, del Vapore e delle Ferrovie, dell’Acciaio e dell’Ingegneria Pesante, del Petrolio e dell’Automobile, del Digitale e della Banda Larga (ancora nel pieno della diffusione), l’umanità è oggi in attesa della prossima rivoluzione industriale. C’è chi intravede nella Manipolazione Molecolare il nuovo motore. Noi di Space Renaissance crediamo che il nuovo ciclo non possa che essere quello dell’Età dell’Industria Spaziale.

Qualsiasi linea di sviluppo, infatti, basata su risorse esclusivamente terrestri, potrebbe forse garantire qualche decennio di respiro, ma arriverebbe presto comunque a scontrarsi con i limiti delle risorse terrestri, come già sta accadendo per la rivoluzione industriale Cinese ed Indiana. Contiamo fortissimamente nell’Umanesimo Astronautico e intravediamo un Rinascimento Spaziale; ma questo deve passare gioco forza per la consapevolezza dell’uomo che il mondo in cui viviamo non è un sistema chiuso, bensì la culla nella quale abbiamo passato la prima parte della nostra vita. Siamo ormai maturi, sociologicamente e tecnologicamente parlando, per espandere il nostro campo di azione oltre i confini dell’amata Madre Terra ed espanderci nello Spazio dove le risorse disponibili sono praticamente infinite.

All’attuale disperato bisogno di sviluppo industriale delle regioni definite “pre-industriali” come l’Egitto, fa infatti da contraltare l’altrettanto disperato bisogno di nuovo sviluppo industriale delle regioni definite, peraltro con molta presunzione e faciloneria, “post-industriali”. Non c’è alcun metodo valido per aggiungere il sale della democrazia ai paesi caratterizzati da forte aspirazione alla crescita! Come già osservato dal Nobel Amartya Sen, l’informazione è molto più importante delle cannoniere, ed i popoli poveri e sottosviluppati si “svegliano” quando arriva loro l’informazione del livello di vita più elevato che esiste in altri Paesi… Certo dal punto di vista etico fa impressione che l’esercito egiziano, per difendere la democrazia contro l’integralismo islamico, si macchi dell’assassinio di centinaia di persone. Ma non deve stupire. Si tratta infatti di paesi in cui la considerazione per il valore della vita non ha neppure ancora raggiunto il livello sia pure infimo (ed in declino) che vige nei paesi industrializzati. Anche nei paesi industrializzati, infatti, la democrazia versa in uno stato di forte crisi, laddove i partiti politici e le diverse correnti ideologiche non riescono ad esprimere progetti di vero e forte sviluppo. Ecco perché la civiltà versa in condizioni che preludono ad una gravissima involuzione dei valori civili ed etici generali: a causa dei processi sociali in atto, che si scontrano con leadership politiche del tutto incapaci di garantire l’industrializzazione dei paesi emergenti, e nuova industrializzazione dei paesi avanzati.

Un esempio particolarmente appropriato per rappresentare l’attuale status della civiltà è quello della rana nella pentola. Se mettiamo una rana in una pentola piena di acqua bollente, la rana immediatamente salterà fuori salvando la sua vita; ma se la mettiamo in una pentola di acqua fredda su un fuoco acceso, la rana resterà nella pentola e lentamente morirà. La nostra civiltà è come la rana e la pentola in cui siamo immersi sta diventando via via più pericolosa, ma lentamente. Progressivamente ci abituiamo al peggioramento delle condizioni e, in assenza di un’azione drastica, ci troveremo in condizioni insostenibili e la civiltà imploderà.

Lo sviluppo dell’economia industriale è un fattore chiave. Senza crescita non c’è speranza per la democrazia, la pace, la libertà: un concetto inizialmente proposto da Adam Smith in “The Wealth of the Nations” nel 1776. Smith notò che il benessere delle classi meno abbienti di una nazione dipende dalla crescita economica, e notò che la stagnazione e la decrescita economica possono dar luogo ad un inasprimento della povertà. In un’economia statica (condizione del tutto teorica) l’unica opportunità per migliorare le proprie condizioni di vita è quella di rimpiazzare qualcun altro (mors tua vitae mea). Un modo, per altro del tutto illusorio, di mantenere la società in uno stato stabile sarebbe la dittatura. Esempio estremo fu quello dei Khmer Rossi in Cambogia, ma ce ne sono tanti altri nella storia recente, nessuno dei quali, per altro, è mai riuscito a mantenere la società in stato stabile per più di qualche anno.

Il problema di fondo è che i 7 miliardi di persone sono ormai troppi per il nostro pianeta, e qualsiasi politicadi riduzione o decrescita non può che portare all’implosione della civiltà. La Terra, checche’ ne dicano gli ecologisti radicali ed i fautori della decrescita, non è malata: è incinta! Il feto (la civiltà umana) è ormai grande ed ha bisogno di uscire dall’utero della Madre Terra, ovvero di nascere in un contesto più grande: il nostro sistema solare. Il parallelo suggerisce immediatamente che l’uscita dall’utero materno (l’ambiente chiuso della nostra amata Terra) debba rappresentare l’espansione dell’umanità nello spazio. Da qui ha preso spunto il movimento della Space Renaissance. Qualsiasi sviluppo industriale necessita infatti di due fattori primari: materie prime ed energia. Due elementi che possiamo trovare in stragrande abbondanza appena fuori dell’orbita terrestre. Gli asteroidi vicini alla Terra (Near Earth Asteroids) rappresentano una vastissima miniera di metalli quasi allo stato puro, e di elementi pre-organici, ghiaccio, e tutto quanto necessita per costruire l’infrastruttura nel sistema geo-lunare, in quella che è stata definita “Greater Earth”, la magnetosfera terrestre, avente un raggio di 3,5 milioni di chilometri. L’energia solare che scorre da miliardi di anni in tale regione ed ancora scorrerà per altri miliardi di anni (sia che ne approfittiamo sia che continuiamo a non curarcene), può risolvere il problema energetico per centinaia di miliardi di persone per molti millenni. Si tratta di energia pulita, rinnovabile, e costante: 1400 watt continui per metro quadro, contro i 700 watt/mq a terra nelle regioni di maggior insolazione, solo di giorno e con il cielo sereno!

Quell’agognato sviluppo industriale, di cui tanto necessitano sia i Paesi sviluppati sia quelli emergenti, è possibile solo se la nostra civiltà saprà imboccare decisamente l’unica strada che garantisce possibilità di sviluppo industriale a due cifre per secoli a venire: l’espansione oltre l’atmosfera terrestre. Negli ultimi quarant’anni le maggiori agenzie spaziali hanno puntato strategicamente sulla sperimentazione, l’esplorazione, le telecomunicazioni, l’osservazione della Terra, spendendo oltre un trilione di dollari. Tutte attività interessantissime ma che purtroppo non hanno sinora portato allo sviluppo dell’astronautica civile generale, ne’ abbassato il costo dell’accesso all’orbita, rimasto costante a circa ventimila dollari al chilogrammo sin dai tempi dello sbarco sulla Luna. E’ ormai tempo, anzi siamo in grave ritardo, di puntare decisamente sulla industrializzazione dello spazio, sviluppando tecnologie (peraltro in gran parte esistenti o quasi) terra-orbita a basso costo, condizione essenziale per lo sviluppo dell’astronautica civile, del turismo

spaziale, di grandi insediamenti industriali e commerciali in orbita, sulla Luna, nei punti di librazione di Lagrange. La Space Renaissance International fa appello alla più vasta collaborazione tra i governi, possibilmente sotto l’egida di un’organizzazione di livello mondiale come l’ONU, perché sia favorito lo sviluppo della nuova industria del turismo spaziale e dell’astronautica civile in generale. Spetta ovviamente ai paesi più avanzati, già detentori di molto know-how scientifico, tecnologico ed ingegneristico, guidare questo processo, riconquistando la vera leadership dello sviluppo civile, che non è affatto quella militare, bensì quella culturale. Sarà solo assistendo alla nascita di grandi progetti spaziali, capaci di creare milioni di nuovi posti di lavoro qualificati, che anche i giovani islamici troveranno un modo più umanista di sviluppare la loro cultura ed anche, perché no, la loro fede, inserendosi in un vasto processo di crescita dell’intera umanità. Il rispetto per tutte le fedi e l’etica, la vera democrazia, faranno quindi dei passi avanti sostanziali. Sarà solo quando i genitori torneranno ad avere speranza in un futuro migliore per i loro figli e nipoti, che un nuovo spirito di collaborazione si potrà sviluppare tra i popoli di buona volontà. E’ quindi interesse di qualsiasi governo istituire politiche di agevolazione fiscale e sostegno nei confronti delle imprese che decidono di investire nell’astronautica, a qualsiasi titolo.

La Space Renaissance International rivolge quindi appello a tutti, per la creazione di sezioni o capitoli nazionali, secondo quanto definito dallo statuto internazionale, finalizzati alla promozione continua del programma sopra accennato e del proprio manifesto filosofico.

Fonte: Dipartimento di Ingegneria Industriale, Sezione

Aerospaziale, Univ. Federico II di Napoli

La sezione Space Renaissance Italia è nata ufficialmente il 22 marzo 2013 assumendo spirito, linee guida ed obiettivi di alto livello del movimento madre. Ha peraltro il compito di tradurre in azioni concrete la filosofia di fondo che anima Space Renaissance International. Il programma strategico di Space Renaissance Italia è appunto lo strumento concreto di identificazione degli obiettivi e della rotta da seguire per raggiungerli; esso è finalizzato alla diffusione delle conoscenze e della cultura del movimento e intende stimolare la nascita di un vero e proprio Space Tourism Business italiano di tipo privato, includendo in esso varie componenti: Scienza, Tecnologia, Turismo, Education (Formazione), Cultura. Si punta cioè a sensibilizzare imprenditori e amministratori pubblici ad attivare linee di azione che SR Italia cercherà di identificare, motivare e sviluppare. Allo stesso tempo l’azione di SR Italia sarà orientata alla diffusione tra la Stimolare lo sviluppo dello Space Business Italiano.

La focalizzazione sul Turismo Spaziale discende ad due punti essenziali: il primo è che qualsiasi attività umana nello spazio e quindi anche l’espansione della civiltà nello spazio necessita di una capacità ruotinaria ed economicamente sostenibile di accesso allo spazio; l’avvicinamento dell’aeronautica allo spazio rappresenta ormai con chiarezza la strada maestra e il turismo spaziale lo sta dimostrando. Il secondo è che in Italia c’è una storia notevole di capacità ed adeguate competenze scientifiche, industriali ma anche imprenditoriali, solo apparentemente lontane da ciò di cui necessita lo sviluppo del turismo spaziale; ed il concetto di turismo si sposa bene con una vocazione nazionale troppe volte maltrattata ma inconfutabilmente esistente ed apprezzata in tutto il mondo.

Le attività del Programma Strategico sono raggruppate in capitoli ai quali sono stati assegnati titoli capaci di trasmettere sin da subito i rispettivi messaggi fondamentali. Ed allora parliamo di Imagine The Future per contribuire allo sviluppo della Vision filosofica di Space Renaissance e trattare di futurologia; parliamo di Scientific View, Artistic View e Cultural View per elaborare momenti di diffusione della Vision verso il pubblico; parliamo di Space Learning e di SR Academy per trattare la formazione dei giovani della scuola primaria e secondaria da un lato e i giovani universitari dall’altro; parliamo di Make It Possible in Italy per sviluppare una capacità tecnica e di business italiana sulla scia di quello che si sta facendo negli Stati Uniti e da qualche altra parte; e parliamo infine di Enjoy the Experience proprio per stimolare la commercializzazione dell’accesso allo spazio in ottica di un avvicinamento dell’uomo comune al Quarto Ambiente.

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The social turbulence in Egypt is a new evidence of the risk of mankind implosion

What is happening in Egypt these days surrounds us all and anguish, but should give us pause to meditate on, even beyond what the media offer us in terms of facts as well as political and social analysis, that are always confined to the contingent.

We want to take a cue from the article, appeared on the front page of La Repubblica on Thursday, August 8, written by Ian Buruma and entitled “If the world applauds the coup in Egypt.”

The article discusses the two similar political cases of Egypt and Thailand, countries in which, at different times, educated, democrat and liberal citizens have applauded the military coups against democratically elected governments. In Thailand in 2006 and in Egypt in July 2013, the leaders elected and then deposed by military, Thaksin Shinawatra and Mohamed Morsi, were reactionary democrats according to the analysis of Buruma, tending to consider their election victory as an absolute mandate that would allow them to tamper with the Constitution and behave like despots. Also the Turkish prime Minister Recep Tayyip Erdogan “belongs to the same species”, Buruma says, as well as probably would be for the leaders of the Algerian Islamic Salvation Front (FIS) in 1991 if they come to power.

Without wanting to delve too much in the analysis of political processes discussed in the article, however, we must note that, in all cases, we are dealing with countries that have not experienced a true industrial revolution, and yet are imbued, as is logical to expect in the world of global communication and information, from a widespread longing for social growth, as well as democracy, understood as the rule of law where persons are finally citizens, not subjects. Between the abovementioned ambition, some already present in Western countries at the time of the great bourgeois revolution, and democracy, however, there was the great process that goes under the name of the industrial revolution. Industrial development in fact, today much-criticized and greatly underestimated in different ways by all political parties, was for better or for worse the cradle of democracy, since it allowed the development of a vast majority of citizens informed and educated in average, able to orientate and choose (of course with all the exceptions that unfortunately we well know!) so secular and aware, without being over influenced by fundamentalist religious thoughts.

This aspect of industrial development, that is essential for us, is not touched at all by the article. It get lost instead in more or less Byzantine hypothesis about the possible methods to add the “salt” of democracy in society that come directly from tribal regimes without being affected by an industrial revolution, the systems of mass education, the public health or the so called “welfare.” It is therefore an analysis entirely internal and focused on temporary politics, and therefore capable of detecting perhaps some problems, but certainly not possible solutions.

Moreover, the large social processes active in Africa and Middle East are certainly not isolated. They are instead part of a social development, theorized for over two centuries, which is generating an overall situation today increasingly characterized by a state of decay / involution, especially in its most advanced part. Increase in population, scarcity of natural resources and current mankind inability to find new ideas or new ways to move forward portend a macroscopically negative perspective: the probable implosion of human civilization. The history never exactly repeats itself, and today the reaffirmation of the values ​​of bourgeois revolution – freedom, equal opportunity, secularism, the oxygen of democracy – is only possible by opening a new horizon of development, the Space Renaissance. After all, even the first bourgeois revolution came after the renaissance and the discovery of the new world …

On the industrial side, if you look at the life cycle of the great technologies spreading, typically characterized by a periodicity of 100-200 years, we realize that after the Ages of Textiles and Canals, Steam and Railways, Steel, Electricity and Heavy Engineering, Oil, Automobile and Mass Production, Digital Information and Informatics’ Superhighways (still in the midst of its spreading), humanity is now waiting for the next industrial revolution. There are those seeing in Molecular Manipulation the new engine. We at Space Renaissance believe that the new cycle cannot be other than the Age of Space Industry.

In fact, any line of development purely based on Earth’s resource, could eventually provide a few decades of breath, but anyway would soon clash with the limits of the Earth’s resources, as is already happening to the Chinese and Indian industrial revolution. We very strongly rely on the Astronautical Humanism and we see a Space Renaissance, but this needs the growth of mankind awareness that the world in which we live is not a closed system, rather the cradle in which we spent the first part of our lives. We are now sociologically and technologically mature to widen our focus beyond the boundaries of our beloved Mother Earth and expand in Space where the available resources are virtually endless.

The current dire need of industrial development by “pre-industrial” regions such as Egypt, is counterbalanced by the equally desperate need of new industrial development by those regions named “post-industrial”. There is no valid method to add the salt of democracy to countries characterized by strong aspiration for growth! As noted by the Nobel Prize Amartya Sen, information is much more important than embrasures, and the poor and underdeveloped “wake up” when the information of the higher standard of living existing in other countries reach them… Certainly, from the ethic point of view it is astonishing that the Egyptian army, to defend democracy against Islamic fundamentalism, blemish itself of the murder of hundreds of people. But it should not be surprising. These are in fact countries in which the perception of life value has not yet reached the very low level (and even declining) that exists in industrialized countries. Even in industrialized countries, in fact, democracy is in a state of severe crisis, where the political parties and the various ideologies are unable to propose true and strong development projects. That’s why mankind is experiencing conditions that prelude to a serious decline of general civic ​​ and ethical values, because of the social processes in place, colliding with a political leadership completely incapable of guaranteeing the industrialization of emerging countries, and the new industrialization of advanced countries.

A particularly appropriate example to represent the current status of civilization is that of the frog in the pot. If we put a frog in a pot of boiling water, the frog will jump out immediately saving his life, but if we put it in a pot of cold water on a fire, the frog will stay in the pot and slowly die. Our civilization is like the frog and the pot in which we are immersed is becoming more and more dangerous, but slowly. Gradually we get used to the worsening of the conditions and, in absence of drastic action, we will be in unsustainable conditions and civilization will implode.

The development of the industrial economy is a key factor. Without growth there is no hope for democracy, peace, freedom — a concept originally proposed by Adam Smith in “The Wealth of the Nations” in 1776. Smith noted that the welfare of the lower classes of a nation depends on economic growth, and noted that stagnation and economic decline may lead to a worsening of poverty. In a static economy (condition entirely theoretical) the unique opportunity to improve one’s living conditions is to replace someone else (mors tua vitae mea). A way, moreover fully illusory, to keep the society in a stable state would be the dictatorship. An extreme example was that of the Khmer Rouge in Cambodia, but there are many others in recent history, none of which ever able to managed to keep the society stable for more than a few years.

The basic problem is that 7 billion people are now too many for our planet, and any policy of reduction or decrease can only lead to the implosion of civilization. The Earth, whatever the radical environmentalists and advocates of degrowth say, is not sick: she’s pregnant! The fetus (human civilization) has become large and needs to get out of the womb of Mother Earth, or to be born in a larger context: our solar system. The parallel immediately suggests that the exit from the womb (the closed environment of our beloved Earth) should represent the expansion of humanity into space. The Space Renaissance movement was inspired by all this. Any industrial development needs in fact two primary factors: raw materials and energy. Two elements that can be found in vast abundance just outside the Earth’s orbit. The Near Earth Asteroids represent a huge almost pure metal mine, and of pre-organic elements, ice, and all you need to build infrastructure in the geo-lunar system, in what was called “Greater Earth”, the Earth’s magnetosphere with a radius of 3.5 million kilometers. The solar energy flowing in this region since billions of years and still to flow for more billions of years (whether we take advantage of it or not), can solve the energy problem for hundreds of billions of people for many millennia. It is clean, renewable, and constant: 1400 continuous watts per square meter, compared to 700 W/m2 on ground in regions of maximum insolation, only during the day and with clear skies!

That so craved industrial development, which is so much needed by both developed countries and emerging economies, is only possible if our civilization will decisively take the unique available way in centuries to come guaranteeing a possible two digits industrial development: the expansion beyond Earth’s atmosphere. During the past forty years the major space agencies have strategically focused on experimentation, exploration, telecommunications, Earth observation, spending more than a trillion dollars. These are all interesting activities but unfortunately have not so far led to the development of a general civil astronautics, nor lowered the cost of access to orbit remained constant at about twenty thousand dollars per kilogram since the time of the Moon landing. It is now time, indeed we are overdue, to strongly focus on the industrialization of space, developing low cost earth-orbit technologies (largely existing or so), being it an essential condition for the development of civil astronautics, space tourism, large industrial and commercial settlements in orbit, on the Moon, in Lagrangian libration points. Space Renaissance International call for the widest cooperation between governments, possibly under the umbrella of a global organization such as the UN, to foster the development of the new space tourism industry and civil astronautics in general. It is obviously up to the most advanced countries to lead this process, since they already have much of the scientific, technology and engineering know-how. They will thus regain the true leadership of civilization development, which is not military but rather cultural. Only by witnessing the birth of large space projects able to create millions of new skilled jobs young Muslims will find a more humanist way to develop their culture and, why not, also their faith, joining a vast growing process of all humanity. The respect of all faiths and ethics, as well as the true democracy, will then substantial move forward. Only when parents will regain hope of a better future for their children and grandchildren, a new spirit of cooperation might develop among people of good will. It is therefore in the interest of any government to set up reduced tax and support policies in favor of companies investing for any reason in astronautics.

Space Renaissance International therefore appeals to everyone for the creation of national chapters or sections, as defined by international statute, aimed at continuous promotion of the program described above, and of its philosophical manifesto.

The Space Renaissance Italy section was officially born on March 22, 2013 starting from the spirit, guidance and high-level goals of the international movement. It has also the task of translating into concrete actions the underlying philosophy that animates Space Renaissance International. The strategic program of Space Renaissance Italy is thus the concrete tool for the identification of objectives and ways to reach them. It is aimed at the dissemination of knowledge and culture of the movement and intends to stimulate the emergence of a real private-type Italian Space Tourism Business, including components like Science, Technology, Tourism, Education (Training), Culture. The aim is to raise awareness of entrepreneurs and public administrators to activate those lines of action that SR Italia will seek to identify, motivate and develop. At the same time the action of SR Italia will be oriented to spread in the population, from the younger generation, the content of his thought, the potentialities of space, the tools available and those to come to acquire more and more familiarity with space and feel tourists and its users.

The focus on Space Tourism comes down from two essential points: the first is that any human activity in space, and therefore also the expansion of civilizations in space, requires an affordable and routine access to space capability. A “closer aeronautics and space” is now clearly the main road and running space tourism activities are demonstrating it. The second is that in Italy there is a remarkable tradition of capacity and appropriate scientific expertise, both industrial and business, only apparently far from what is required to develop space tourism. The same concept of tourism goes well with the national system vocation, often mistreated but undoubtedly existing and appreciated all over the world.

The activities of the Strategic Plan are grouped into chapters with specific titles assigned to transmit since the beginning their key messages. So, we talk about Imagine The Future contributing to the development of the philosophical Vision of Space Renaissance and treat futurology. We speak of Scientific View, Artistic View and Cultural View to release and disseminate the Vision to the public. We talk about Space Learning and SR Academy to deal with the training of young people in the primary and secondary schools, and university students as well. We have introduced the Make It Possible in Italy to develop an Italian technical and business capability in the wake of what is being done in the United States and somewhere else, and finally we talk of Enjoy The Experience just to stimulate the commercialization of access to space from the perspective of a common man’s approach to the Fourth Environment.

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