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The development of civilian astronautics promises plenty of new employment and allows the final and lasting exit from global crisis

We at SPACE RENAISSANCE have very few clear and simple concepts: THERE’S NO GROWTH WITHOUT INDUSTRIAL DEVELOPMENT, and without growth the civilization dies. The only way to really re-start growing up, beyond more or less short term economic recoveries, is to bootsrap the age of the human expansion over the Earth’s atmosphere. We therefore propose a strong strategy, aiming definitely upward. Keeping the money disinvested, waiting for better times it is useless: those money will be burned , and the possibility of regeneration will be lower and lower. To avoid this awful scenario, the only way is to finally trigger the industrial revolution of civilian astronautics, which can quickly reverse the crisis, starting a season of double-digit growth, not only in the recently emerged countries, creating millions of new high and medium profile jobs, both in space and on ground. How ? The input key, which can open the cornucopia of a virtually unlimited development, is investing in space tourism, starting from sub-orbital. This business should be supported by governments with friendly fiscal policies. A pool of investment funds collection should be created as well, specifically targeted to the development of civilian astronautics.

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Musica delle sfere: le sinfonie spaziali di Elena Cecconi

Musica delle sfere: le sinfonie spaziali di Elena Cecconi

La celebre flautista italiana parla della sua passione per le stelle e della Space Renaissance Suite, eseguita in première mondiale per celebrare la nascita della sezione italiana di Space Renaissance International, e che sara’ eseguito durante i prossimi appuntamenti: il congresso di Space Renaissance Italia, l’8 Maggio 2014, e l’ISDC della National Space Society il 16 Maggio 2014 a Los Angeles, dove SRI presentera’ propri interventi.

Un’intervista di Roberto Paura per Scienza Fanpage

[themecolor]Quando Pitagora per primo scoprì che la musica è regolata da una serie precisa di rapporti numerici, che determinano la frequenza di vibrazione delle corde e quindi l’altezza delle note, si convinse che l’universo intero eseguisse una propria sinfonia, proprio perché la danza regolare dei corpi celesti seguiva analogamente uno schema matematico. Proseguendo quel ragionamento, Platone ne La Repubblica parlò proprio di musica delle sfere, convinto che nelle loro orbite perfette i pianeti e il sole producessero una musica, muovendosi nell’etere. Oggi sappiamo che l’etere non esiste, e che i corpi celesti si muovono nel vuoto cosmico, dove il suono non può propagarsi. Ma lo stretto legame tra la musica e lo spazio – inteso come l’ambiente oltre la Terra – è rimasto, come dimostra Elena Cecconi, musicista classica e appassionata di spazio, che ha raccolto l’invito dei sostenitori dell’iniziativa “Space Renaissance” di dare un inno al concetto di “rinascimento spaziale” interpretando una composizione che ha esordito il 22 marzo all’evento ospitato dalla Città della Scienza di Napoli “Espansione della civiltà nello spazio”. [/themecolor]

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