La decrescita è prospettiva nefasta per l’umanità. L’espansione nello spazio è percorso ineluttabile ed urgente. Il turismo spaziale: primo settore maturo verso l’astronautica civile. La multi-culturalità come strumento essenziale per raggiungere le coscienze e far comprendere che lo spazio non è così lontano come lo si percepisce.
Queste alcune delle conclusioni del congresso nazionale di Space Renaissance Italia tenutosi nei giorni 8-9 maggio scorsi al Politecnico di Milano intitolato “Spazio senza frontiere: un mondo più grande e’ possibile”. Un evento, unico nel suo genere, che era partito tra lo scetticismo di molti e che si è invece rivelato un grande successo. Futuristi, scienziati, filosofi, ingegneri, umanisti e trans-umanisti, tecnologi, musicisti, e poi scrittori, esperti di comunicazione, televisione e cinema, ed anche studenti. Tutti si sono integrati nell’arena del dibattito, dando vita a quel che gli anglosassoni chiamano cross-fertilization lungo il sottile filo logico della filosofia di Space Renaissance, che vede nell’espansione della civiltà nello spazio la più sana ed urgente soluzione, e forse l’unica, alla crisi di crescita che la nostra civiltà si trova a fronteggiare, mentre le risorse naturali della nostra amata Madre Terra sono ormai insufficienti per sostenerne lo sviluppo. Riprendendo ciò che diceva Konstantin Tsiolkovsky, l’umanità deve lasciare la sua culla.
Il congresso ha mostrato con chiarezza che siamo un movimento ormai maturo e con grande potenzialità di crescita, peraltro in forte sintonia con i futuristi e trans-umanisti e con l’imperativo “antropico” di IIF per garantire la sopravvivenza sul lungo periodo della civiltà umana.
Nell’immagine: Giovanni Caprara (giornalista scientifico), Franco Bernelli (professore del Politecnico di Milano e capo del dipartimento di Ingegneria Spaziale) e Rino Russo (presidente di Space Renaissance Italia) durante l’apertura dei lavori del Congresso.